Oltre al danno per l’ennesima colata di cemento che sarà perpetrata in uno dei luoghi più incontaminati di Belpasso, la beffa nei confronti del Consiglio comunale che nella scorsa legislatura – 26 aprile, ultimo giorno utile per deliberare – aveva bocciato (con tanto di dichiarazioni roboanti di alcuni consiglieri) l’edificazione di un insediamento commerciale in contrada Gattaino, da realizzare parallelamente a 22 appartamenti su cui, nel 2010, l’assise civica aveva dato parere favorevole attraverso un piano di lottizzazione.
La seconda sezione del Tar di Catania – su ricorso presentato dalla società Le Torrette – dice che si potranno costruire entrambe le strutture, in quanto esiste un “difetto di motivazione” nella delibera del Consiglio comunale, e spiega che “a fronte di una proposta adeguatamente istruita e corredata dei necessari pareri (quella de Le torrette, che ha presentato il progetto, ndr), l’organo consiliare si è limitato a respingere la proposta di approvazione, senza esternare e motivare le ragioni ostative alla realizzazione dell’intervento edilizio”. Si è limitato…
“Il diniego – incalza il Tar – è privo di motivazione e costituisce il frutto del mero risultato numerico della votazione svolta in esito al dibattito tra i consiglieri comunali”. Più chiari, i giudici amministrativi, si dimostrano nella riga successiva, quando scrivono: “Dalle dichiarazioni di voto emerge solo un certo ‘sfavore’ nei confronti di un ulteriore insediamento commerciale nel Comune di Belpasso”.
Un certo ‘sfavore’ da cui tuttavia – si legge ancora nella sentenza – “non si evince alcuna chiara ragione idonea a motivare la non approvazione” del piano di lottizzazione.
Uno schiaffo per l’organo consiliare della passata legislatura, oggi in buona parte riconfermato in Consiglio, in Giunta e perfino nella carica di sindaco attraverso la figura di Daniele Motta al posto di Carlo Caputo. Ma su questo argomento, al momento, non risultano dichiarazioni ufficiali.
Del resto, insiste il Tribunale amministrativo, nella proposta di deliberazione presentata in Consiglio, il piano di lottizzazione era stato definito espressamente “conforme in linea tecnica ai requisiti stabili dal vigente strumento urbanistico ed annesse norme di attuazione, al regolamento edilizio, nonché dei parametri e degli standard urbanistici”.
Il che, tradotto in parole semplici, vuol dire che il Comune di Belpasso (ovvero l’ex Consiglio , l’ex sindaco e l’ex giunta), malgrado l’apparente opposizione al progetto, ha fatto poco o niente per scongiurarne l’operatività. Infatti, i giudici spiegano che “solo nella memoria di costituzione”, cioè negli atti successivi con cui l’Amministrazione comunale ha presentato le sue controdeduzioni, è stata rappresentata “per la prima volta” “l’inconciliabilità del progetto rispetto alla naturale vocazione della zona d’interesse ed alla specifica destinazione a Parco urbano che l’Amministrazione medesima ha inteso imprimergli in sede di revisione dello strumento Urbanistico”. Un atto che, a parere dei magistrati, rappresenta “un’inammissibile integrazione postuma della motivazione”, perché “a fronte di una proposta adeguatamente istruita e corredata dei necessari pareri, l’organo consiliare si è limitato a respingere la proposta di approvazione, senza esternare e motivare le ragioni ostative alla realizzazione dell’intervento edilizio”.
L’unica cosa che ha fatto – dice ancora il Tar – è che ha “chiesto il rigetto del ricorso”. Come? “Rilevando che il 15 giugno 2017 il Consiglio Comunale ha approvato lo Schema di massima della revisione generale del Piano Regolatore”, il quale prevede “la chiara volontà di valorizzare ed implementare le aree destinate a verde pubblico e, per quanto d’interesse, di realizzare il ‘Parco delle Torrette’, nella medesima area interessata dal progetto di variante”. Questo, secondo i giudici amministrativi, non è sufficiente per accogliere le controdeduzioni del Comune di Belpasso. Risultato: Belpasso si ritroverà con l’ennesima cementificazione alla quale, a parole, molti si oppongono. Ma i fatti sono un’altra cosa.
Luciano Mirone
Peccato un’ occasione perduta dai cittadini di Belpasso.