Condutture idriche abbandonate, dighe lesionate, manutenzione approssimativa, gestione discutibile dell’acquisto agevolato del carburante agricolo. Sono solo alcuni punti denunciati dalla deputata della Regione Sicilia del M5S, Gianina Ciancio, in merito alle “disfunzioni” del Consorzio di Bonifica di Catania che, puntualmente, soprattutto in estate, causano ritardi e inefficienze nell’approvvigionamento idrico agli agricoltori.

Attraverso un’interrogazione parlamentare, l’esponente del movimento 5S vuole sapere “quale sia l’intenzione del Governo regionale in merito alla manutenzione e al completamento delle infrastrutture di approvvigionamento idrico a favore degli agricoltori consorziati, nonché alla fruizione delle agevolazioni previste per l’acquisto del carburante agricolo”.

Gianina Ciancio, deputata alla Regione Sicilia del M5S. Sopra: la sede del Consorzio di Bonifica di Catania

“È solo il primo passo – si legge nella nota della deputata regionale – per comprendere quali siano le risposte del Governatore Nello Musumeci e dell’Assessore Edy Bandiera di fronte alle denunce pervenute direttamente dal territorio, attraverso il meet up M5S di Belpasso e il consigliere comunale Damiano Caserta”.

Nell’interrogazione si parla di “crisi idrica” degli agricoltori belpassesi, causata dal cattivo funzionamento del Consorzio, e si chiede “un maggiore coinvolgimento degli agricoltori nelle decisioni gestionali” all’interno dell’ente. Sul problema della manutenzione della rete idrica, la richiesta è precisa: bisogna effettuarla“durante la campagna di irrigazione”, e non prima, circostanza che, secondo l’interrogante, causa “gravi conseguenze in ordine a ritardi ed efficienza del servizio di approvvigionamento”.

“Quella dei consorzi di bonifica – sostiene Ciancio – è una riforma attesa da tempo. Da anni se ne parla e nel frattempo i consorzi continuano a non funzionare, il servizio a non essere erogato, le infrastrutture ad essere abbandonate e i dipendenti non pagati o utilizzati male. È una situazione che non può continuare. Esortiamo il governo Musumeci ad avviare subito le interlocuzioni necessarie con la commissione competente all’Ars, al fine di realizzare una vera riforma che faccia affrontare agli agricoltori le prossime stagioni con serenità e senza emergenze”.

La diga Pozzillo

Nell’interrogazione, Ciancio affronta inoltre il problema di alcune dighe in Sicilia orientale, una questione annosa sulla quale non si è mai posto rimedio.

Si parla della diga Pozzillo, attiva “per meno del 50%”, lesionata e “interrata per circa il 20-30% a causa degli scoli attraversati dalle adduzioni idriche non muniti di filtri appositi e funzionanti”; della diga di Pietrarossa, “realizzata al costo di 75 milioni di euro tra l’87 e il ‘97, completa solo al 95%, al centro di una contesa tra chi, da un lato, ritenendola abusiva, auspica che venga demolita e chi pensa che vada definita con un ulteriore esborso di 65 milioni di euro”; della conduttura “Gerbini Magazzinazzo”, vecchia di quaranta anni, in sostituzione della precedente, “completa al 70%, per il resto risulta abbandonata”; di “Contrada Fiumazza, dove, senza alcuna canalizzazione, i coltivatori sono tenuti a pagare le bollette”.

Luciano Mirone