Ci sono luoghi in Italia dove il futuro si progetta “dal basso”. Uno di questi si trova in Sicilia, nella Valle del Simeto, fra le province di Catania e di Enna, dove da alcuni anni, nei centri attraversati dal fiume più lungo dell’Isola (cioè Paternò, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Santa Maria di Licodia, Motta Sant’Anastasia, Centuripe, Troina, Regalbuto), si sperimentano nuove forme di gestione del territorio che mettono al centro i cittadini. È una procedura rivoluzionaria, che prevede il confronto con le università italiane, americane ed europee, e con le Amministrazioni comunali, mantenendo tuttavia la propria autonomia.

Il fiume Simeto. Sopra: Silvana Ranza, presidente del Presidio partecipativo della Valle del Simeto

Ecco allora che una vecchia linea ferroviaria e una vetusta stazione in disuso diventano un luogo riservato al cicloturismo e al turismo a cavallo, oppure un’area interna particolarmente depressa si trasforma in un ricettore di finanziamenti per ristrutturare delle strade, mettere in sicurezza una montagna, migliorare le strutture sanitarie, mettere in rete le scuole di tutto l’hinterland. Il fatto nuovo è che i protagonisti di questa nuova governance non sono i politici, ma la gente comune riunitasi nel Patto del Fiume Simeto e nel Presidio partecipativo di Patto, organismi fra loro collegati.

Silvana Ranza è una bergamasca trapiantata a Belpasso da qualche decennio. Da alcuni anni è presidente del Presidio: “La notizia di questi giorni – dice – è la firma della Strategia nazionale aree interne Valle del Simeto a cura dello Stato (il riferimento è all’ex governo, ndr.), su proposta dei tre Comuni della Valle, ovvero Centuripe, Troina e Regalbuto”.

Cos’è la Strategie nazionale delle aree interne?

“Si tratta di un finanziamento di circa 31 milioni di Euro che riguarda quattro settori: sanità, istruzione, mobilità e sviluppo economico”.

La sanità.

“Si prevede l’attivazione della Casa della salute di Centuripe, che fra tutti i comuni della Valle è quello che soffre maggiormente la mancanza di servizi primari. La Casa della Salute accoglierà non solo i medici di base presenti nel territorio, ma anche delle figure specialistiche che di volta in volta saranno necessarie per varie esigenze. Oltre a questo sarà usata la tecnologia attraverso la Tele medicina: si potrà monitorare lo stato di salute delle persone che per ragioni logistiche hanno difficoltà a spostarsi”.

La tratta ferroviaria ormai dismessa Motta Sant’Anastasia-Regalbuto

L’istruzione. 

“Per noi è fondamentale far crescere le popolazioni delle aree interne. Per la prima volta, grazie alla collaborazione dei Provveditorati di Catania e di Enna, sono stati messi in rete diciassette istituti presenti nei tre comuni. C’è un’attenzione particolare nei confronti della scuola, non solo come struttura ma come luogo ‘cerniera’ fra le istituzioni e la società”.

La mobilità, ovvero le strade.

“Per la verità non pensavo che la Strategia nazionale aree interne dovesse servire per sistemare le strade, cioè pensavo che le strade dovessero essere sistemate dagli enti pubblici a prescindere dall’impegno dei cittadini, e invece un terzo delle somme messe a disposizione è stato riservato al risanamento della rete viaria da e per Centuripe, quella che soffre maggiormente (cioè le strade Adrano-Centuripe, Centuripe-Troina e Centuripe-Regalbuto). Questo finanziamento servirà anche a mettere in sicurezza il territorio interno particolarmente franoso”.

Adrano (Catania). L’ex Macello comunale

Lo sviluppo economico.

“Non sono solamente i finanziamenti a contare, ma il modo con i quali riusciamo ad ottenerli, ossia mediante un’attività di ascolto delle persone che esprimono le più disparate esigenze per migliorare il tenore di vita dei comuni della Valle. Tutto questo è diventato un progetto. Siamo andati al ministero, il quale, di recente, ci ha comunicato che è stato stanziato un milione e mezzo per il recupero dell’ex macello di Adrano da adibire a laboratorio per le idee dei cittadini della Valle”.

Cosa sta succedendo di preciso in questo pezzo di Sicilia?

“Tutto è iniziato con la ferma opposizione all’inceneritore e l’annessa mega discarica che alcuni anni fa lo Stato e la Regione volevano realizzare nella Valle del Simeto. Una battaglia vinta. Dopodiché siamo andati avanti, Nel corso degli anni centinaia di studenti di tutto il mondo, con docenti americani ed europei, hanno frequentato la Summer school, aiutando tutti a capire cosa si può fare per migliorare la vita di queste comunità. Hanno visto nella Ferrovia delle arance (una tratta di cinquantatré chilometri che collega Motta Sant’Anastasia a Regalbuto, dismessa da molti anni), un possibile recupero di trasformazione. In questo itinerario ci sono ben dieci stazioni abbandonate. Quella di Paternò-San Marco è la meglio conservata. All’inizio è stato fatto un lavoro di recupero, di pulizia, di bonifica di questa struttura diventata una discarica a cielo aperto. Quindi è stata costituita una associazione, Stazione unite del Simeto, che ha fatto una proposta operativa. Le Ferrovie dello Stato si sono dette disponibili a concedere la linea in comodato d’uso gratuito se il Comune (allora il sindaco era Mauro Mangano) ne avesse garantito il recupero. La risposta è stata positiva. Intanto è uscito il Bando periferie per recuperare le zone delle grandi città italiane che soffrono di abbandono ed esclusione sociale. Come si fa, se possono partecipare solo le grandi città?, abbiamo pensato. Ci abbiamo provato. Il ministero ha detto sì. Sono stati stanziati 2 milioni e mezzo per il recupero della frazione e per l’area circostante”.

Un concerto svoltosi nella nella vecchia stazione Paternò-San Marco

E i politici?

“L’attuale sindaco di Paternò, Nino Naso, in continuità con il suo predecessore, ha incoraggiato il progetto proponendoci di gestire l’animazione del territorio. Sulla nuova classe politica nazionale non posso esprimermi, in quanto si è insediata da pochissime settimane, ma attendiamo fiduciosi. Noi intanto abbiamo convocato un sacco di associazioni per ascoltare le proposte sulla destinazione di quel luogo. Recentemente abbiamo organizzato un bellissimo festival che ha visto molteplici attività che hanno fatto rivivere la stazione. Una manifestazione molto bella ed emozionante. Le proposte sono state di alto profilo culturale e ambientale. Sono state fatte delle escursioni a piedi con il Cai di Belpasso, a cavallo con le associazioni di Bronte, in bicicletta con le associazioni di Paternò, e poi approfondimenti, convegni con il coinvolgimento delle scuole di Paternò, e con l’associazione intitolata al grande cantastorie Ciccio Busacca; quindi la scrittrice Marinella Fiume ha presentato il suo libro, infine mostre di pittura e di fotografia. C’è stata una straordinaria partecipazione di un’ottantina di associazioni. Davvero un modo nuovo di governo della Cosa pubblica che parte dal basso. Questo nella lontana Sicilia”.

Scusate se è poco.

Luciano Mirone