Il giornalista de I Siciliani giovani, Fabio D’Urso, promuove una raccolta di firme sulla piattaforma change per “il rispetto della libertà di stampa” dopo che “tre giornalisti genovesi (Ferruccio Sansa del Fatto Quotidiano, Marco Preve di Repubblica e Matteo Indice della Stampa ) sono stati identificati dalla Guardia di Finanza e portati in caserma per rispondere, su richiesta della Procura genovese, sugli articoli che riguardano i flussi finanziari della Lega”.

Il giornalista Fabio D’Urso. Sopra: la redazione de “I Siciliani giovani” in corteo per l’anniversario dell’assassinio del fondatore de I Siciliani, Giuseppe Fava

“E’ successo a Bolzano ieri e potrà succedere domani in un’altra parte del Paese”, scrive D’Urso. Il giornalista de I Siciliani giovani chiede al Presidente della Repubblica in primis, e poi al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Parlamento della Repubblica, al Senato della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, e a tutti i rappresentanti di questo governo, di “farsi garanti della libertà di informazione sancita dall’articolo 21 della Costituzione”.

Il lavoro di questi giornalisti, riguardante “una delle vicende più oscure di questi ultimi anni”, afferma D’Urso, “su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato, di milioni di fondi pubblici, per tre ore è stato imbavagliato”.

“Il fatto che essi siano stati trattenuti, in modo anomalo, nello svolgimento ordinario delle loro indagini, non può che inquietarci come cittadini e come opinione pubblica”.

Per questo, aggiunge Fabio, “deploriamo quanto è accaduto, siamo estremamente preoccupati e non possiamo non pensare al tentativo di mettere un bavaglio alla libertà di informazione nel paese, e condanniamo il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti di questi giornalisti”.

“L’articolo 21 della nostra Costituzione – seguita il cronista – sia rispettato e sia rispettato il lavoro svolto dai giornalisti e da quanti sono impegnati a difendere l’informazione e illuminare i processi sociali e politici del nostro paese”.

“Facciamo pertanto nostra – si legge nella petizione – la denuncia fatta dalla Federazione nazionale della Stampa italiana, dall’Associazione Ligure Giornalisti, dall’Ordine Giornalisti della Liguria e Gruppo Cronisti Liguri per la “sorpresa di questa scelta muscolare di magistratura e polizia giudiziaria”.

Luciano Mirone