“Urla, spaccio di stupefacenti, risse, bottiglie rotte lungo tutta la strada, persone in evidente stato di ubriachezza che urinano sulle pareti dei palazzi e defecano sul marciapiede”, con conseguenze facilmente prevedibili per i ragazzi che il mattino successivo si recano nelle scuole adiacenti.

È l’esposto-denuncia – “l’ennesimo”, come dicono i firmatari – che diversi abitanti del centro storico di Catania riuniti nel Comitato dell’Indirizzo hanno presentato alle istituzioni cittadine per  “disturbo alla quiete pubblica notturna, progressivo degrado architettonico delle vie Auteri e Bozomo, di piazza Currò e delle strade limitrofe”, e per “inosservanza delle leggi e mancanza di manutenzione e del decoro urbano”.

Lungo l’indirizzo dei destinatari: dal sindaco al comandante dei Vigili urbani, dalla direzione comunale del settore Ecologia e Ambiente al dirigente Sviluppo, Attività produttive e Tutela del consumatore; dall’Agenzia regionale per la Protezione dell’ambiente fino alla Siae, con un elenco di istituzioni cui l’esposto-denuncia è spedito per conoscenza: il procuratore della Repubblica, il prefetto, il questore, i comandanti dei carabinieri e della Guardia di Finanza.

I ventuno firmatari, nel documento, raccontano un episodio – uno dei tanti, a loro dire – filmato e trasmesso in diretta facebook nei giorni scorsi. Ore 5 del mattino”. Esterno di un locale. “Un giovane totalmente ubriaco e incapace di reggersi in piedi, vomitava disteso per terra”. E un altro, “nelle stesse condizioni, gli urinava addosso”, con “altri che si immortalavano in un selfie”.

Otto i locali segnalati e dislocati fra via Auteri, via Transito, piazza Currò e piazza dell’Indirizzo, che “aprono di pomeriggio e chiudono alle 4-6 del mattino”, che “occupano, riteniamo abusivamente, un notevole spazio pubblico esterno; e che mettono musica ad alto volume”. Uno di questi addirittura “improvvisa anche disco pub e karaoke”. E inoltre: “Vendono superalcolici fino alle prime ore dell’alba e, non avendo molto posto all’interno, inducono i loro clienti, talvolta parecchio alterati dall’alcol, ad attardarsi davanti ai loro locali organizzati con tavoli, sedie e sedili”.

“In questo degrado – si legge ancora nel documento – si inserisce l’inesistenza dell’attività di pulizia da parte degli operatori ecologici che passano di rado durante la settimana, e quando sono presenti – è scritto nella nota – passano il tempo a parlare al cellulare seduti su un gradino e se ne vanno senza pulire, con l’assenso degli ispettori”.

Per questo i firmatari – oltre a rendersi disponibili per essere sentiti personalmente anche con l’ausilio di foto, filmati e documenti – chiedono alle autorità preposte la “revoca delle licenze, qualora ne siano in possesso, per le attività che non si limitano all’esercizio scrupoloso per il quale hanno ottenuto l’autorizzazione amministrativa”, il “rispetto rigoroso dell’orario di emissione della musica e di chiusura del locale”, l’”installazione di telecamere che consentano di monitorare furti d’auto e quanto di illecito possa turbare la serenità degli abitanti”; l’adeguamento da parte del Comune di Catania – sull’esempio del Comune di Milano – alle direttive del Parlamento europeo sul rumore ambientale e sulle nocività causate da esso; il “controllo della legittimità dell’occupazione del suolo pubblico e la riscossione delle relative tariffe da parte del Comune”; il ripristino del “decoro degli edifici ripulendoli dalle scritte con lo spray”, ed inoltre “la pulizia della zona” allo stesso modi di come “viene fatto efficacemente nell’area (vicina) dove si svolge il mercato”.

Immagine d’apertura: una foto d’archivio

Luciano Mirone