ANNIVERSARIO CAPACI, L’ORCHESTRA FALCONE BORSELLINO FRA I MOSAICI DI PIAZZA ARMERINA
Due concerti dedicati a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta nel ventiseiesimo anniversario della strage di Capaci. Sarà un 23 maggio intenso (in tutti i sensi) quello che L’Orchestra e coro infantile “Falcone Borsellino” di Catania trascorrerà per l’intera giornata nella suggestiva cornice della Villa del Casale di Piazza Armerina.
Il primo concerto si svolgerà alle 11 nell’area del Peristilio, il secondo alle 16 dentro la Basilica, l’aula absidata e decorata da colonne in granito rosa, ricca di mosaici e collegata alla sala della Caccia.
“Falcone vive in noi”. Questo il titolo della manifestazione patrocinata dal Comune e dalla Sovrintendenza di Enna che coinvolgerà 50 bambini provenienti da quartieri a rischio di Catania come Librino, San Cristoforo, San Berillo e da città altrettanto a rischio della provincia come Adrano.
I bambini dell’Orchestra Falcone Borsellino. . Sopra: la raffigurazione della strage di Capaci eseguita dal pittore Gaetano Porcasi
L’orchestra, diretta dal Maestro Semaias Botello, si avvarrà della partecipazione dei Maestri Riccardo Gerbino e Giusy Lo Verde. L’evento è stato organizzato dalla Fondazione La città invisibile di Catania che nel 2009 ha fondato l’orchestra.
“Bisogna soffermarsi sull’importanza che questo gioiello dell’arte riveste nella lotta alla mafia – si legge nel comunicato stampa de La Città invisibile – poiché costituisce uno dei motivi d’attrazione turistica più preziosa per l’isola, espressione di una bellezza paesaggistico-culturale da cui è cruciale prendere le mosse per l’auspicata fine della mafia, fenomeno umano e in quanto tale destinato a estinguersi, come affermava il giudice Falcone”.
Un mosaico di Piazza Armerina
“C’è però un altro motivo, più profondo – affermano – che lega questo bene dichiarato Patrimonio dell’Unesco alla testimonianza di cambiamento che questi ragazzini vogliono esprimere con la propria musica. Una ragione collegata alla simbologia dei suoi mosaici”.
Per l’Orchestra “Falcone Borsellino” è un anniversario attraversato dalle polemiche con qualche esponente dell’Amministrazione comunale di Adrano (nei comunicati precedenti si fa il nome del vice sindaco Calambrogio) e con i vertici dell’istituto scolastico (di cui Calambrogio è vice preside) che ospita i ragazzi per le prove.
Alcune settimane fa – senza preavviso – i bambini dell’Orchestra hanno trovato le aule chiuse con i lucchetti senza che nessuno, a dire de La città invisibile, ne spiegasse loro, in modo esaustivo, i motivi. Da ciò è scaturito uno scontro che neanche l’impegno preso attraverso il nostro giornale dal sindaco uscente Pippo Ferrante (“La Falcone Borsellino avrà locali stabili”) è riuscito a placare. Anzi, diciamo che la polemica si è acuita perché, secondo quanto sostiene la Fondazione, il sindaco non ha mantenuto la promessa.
Basta leggere il resto del comunicato per comprenderlo: “Dal 23 maggio i bambini di Adrano perderanno la sede che li ospita, presso la scuola Canonico Bascetta, a causa di un atteggiamento delle istituzioni, compresa quella della stessa scuola, che anziché incoraggiare, boicotta chi disperatamente cerca di uscire dal giogo crudele della invisibilità, uccide lo slancio verso la legalità inciso a caratteri cubitali in centinaia di concerti e azioni antimafia svolte in questi anni da questi bambini, con l’aiuto gratuito e volenteroso della Fondazione La città invisibile (fondazione povera tra i poveri), una realtà che combatte per ottenere il riconoscimento di questi bambini con la sola arma della cultura e dell’arte”.
“Perché – seguita la nota – è grazie all’arte e alla cultura che si vince la mafia”. E dopo: “Per questo la mafia chiude le porte, cerca il consenso politico forzato, esige omertà e sudditanza, e non gradisce le scuole che insegnano l’amore per l’arte e il bene comune. Perché il potere sulle vite umane si esercita attraverso l’ignoranza e il ricatto morale”.
Il comunicato stampa si ispira ai mosaici di Piazza Armerina, specialmente quello che raffigura la “ragazza invisibile” che svolge esercizi ginnici. Una figura simbolica di cui il tempo ha cancellato il volto che “chiede aiuto” a nome “di tutte le fanciulle e i fanciulli dei quartieri poveri delle nostre città, emarginati in scuole ghetto, ostacolati nella ricerca di un presente di dignità e di attenzione, oscurati, rimossi, celati come polvere sotto il tappeto attraverso l’inserimento forzato nelle comunità e nelle carceri minorili. Da chi? Da che cosa? Dalla sordità dell’anima dei nostri tempi, di un sistema politico e sociale indifferente ai deboli e bloccato nelle dinamiche di recupero e di ascesa sociale”.
Luciano Mirone
Allo stato attuale delle cose possiamo dire che il sindaco si sia attivato per trovare soluzioni. Invieremo un comunicato per specificare meglio