Durissimo comunicato stampa del movimento di sinistra, Catania Bene Comune, nei confronti dell’Amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco sul tema dei rifiuti a due mesi dalle elezioni amministrative. Questo il testo:

“In Italia non ci sono gare private (per la gestione dei rifiuti) grosse come Catania, 350mila abitanti. Per i comuni grandi la gestione è pubblica. Perciò quando abbiamo vinto la gara non gli pareva vero!”. Così dice Antonio Deodati, amministratore della ditta Eco.car attualmente in servizio nel Comune di Catania, intercettato dalla Direzione Investigativa Antimafia, agli arresti domiciliari a seguito dell’inchiesta sulla corruzione nella gestione dei rifiuti a Catania.

Oggi l’Amministrazione Bianco, nonostante lo scandalo, decide di prorogare l’appalto alle ditte Ecocar e Senesi, protagoniste dell’inchiesta della DIA. Un appalto che costa alla città 110mila euro al giorno. Una proroga che arriva nonostante le vertenze dei lavoratori e l’inchiesta.

Nessuna cura da parte dell’amministrazione per i lavoratori che attendono da anni di essere reinseriti in servizio, nessuna cura neanche per quegli eventi corruttivi che avrebbero portato all’assunzione nelle ditte ecocar e senesi di amici, parenti e raccomandati, così come emerge dall’ordinanza del Tribunale di Catania.

Ma c’è di peggio. Oggi l’Amministrazione Bianco, nonostante lo scandalo, decide di scegliere la ditta che dovrà occuparsi della raccolta dei rifiuti e della pulizia della città per 7 anni, al costo di 350 milioni di euro, attraverso una trattativa privata.

È assurdo e gravissimo che dopo una pesantissima inchiesta sulla corruzione nella gestione degli appalti che ha dimostrato la scarsissima trasparenza del Comune, Bianco e la sua amministrazione decidano di utilizzare lo strumento della trattativa privata per affidare l’appalto più grande della città. Sarebbe l’appalto più grosso affidato per trattativa privata in Italia, in sfregio a qualsiasi principio di trasparenza e lotta alla corruzione.

Una procedura di solito utilizzata per appalti di poche decine di migliaia di euro a Catania viene utilizzata per affidare centinaia di milioni di euro, senza alcun controllo degli organi di garanzia previsti invece per le procedure a evidenza pubblica.

La magistratura monitori le procedure della trattativa privata affinché non si ripropongano meccanismi corruttivi nell’affidamento dell’appalto.

L’amministrazione comunale è nel caos. Cinque anni di gestione disastrosa del settore rifiuti hanno portato il Comune a essere ostaggio di una gara settennale a cui nessuna azienda intende partecipare, di un appalto ponte costosissimo affidato ad aziende raggiunte da interdittive antimafia e al centro dello scandalo sulla corruzione, e di uffici pubblici dove, nel silenzio complice dell’amministrazione, si annidano sistemi corruttivi ancora solo in parte svelati dalla magistratura che non ha ancora concluso le indagini e non ha ancora comunicato tutti i nomi degli indagati.

Da anni Catania Bene Comune si batte perché venga attuato un sistema diverso di gestione dei rifiuti, unica soluzione per liberare la città di Catania dal ricatto dei privati che vogliono speculare sui rifiuti e per sottrarre potere alle ecomafie. Bisogna: modificare il Piano d’intervento sui rifiuti nella direzione della ripubblicizzazione del servizio di raccolta e spazzamento; passare progressivamente alla gestione pubblica dei servizi di raccolta e spazzamento, attraverso una gestione in house diretta o tramite società speciale interamente pubblica; avviare attraverso una gestione partecipata e aperta alla cittadinanza il servizio di raccolta differenziata, calibrato sulle esigenze della popolazione e dei diversi quartieri della città; applicare una tariffa puntuale sui rifiuti prodotti, premiale rispetto alla differenziata realizzata e progressiva rispetto al reddito del contribuente.

Immagine d’apertura. la situazione dei rifiuti a Catania in certi periodi

Catania Bene Comune