Oggi si è svolta la prima udienza del processo per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Mario Ciancio. Purtroppo la richiesta del Comitato No Pua di costituirsi parte civile non è stata accolta. Così insieme al danno ambientale ed economico procurato alla città dall’approvazione del Pua, resterà fuori dal processo la possibilità di capire perchè quasi tutti, gli uomini politici siciliani, i rappresentanti istituzionali, gli amministratori, i sindacalisti, i giornalisti, hanno preferito obbedire al padrone della città e curare i suoi interessi, piuttosto che gli interessi dei cittadini. E’ indubbio che tanti, troppi, si sono mossi per far in modo che Mario Ciancio facesse i suoi affari. Ma su questo, ci torneremo prossimamente per raccontare gli affari dell’editore/imprenditore Ciancio. Oggi parliamo della prima udienza del processo. La nostra richiesta di costituirci parte civile si basava sul danno che, dalla riperimetrazione dell’Oasi all’abbandono del Boschetto della Plaia, è stato fatto all’ambiente, alla città e ai suoi abitanti e sul danno economico che è stato fatto nel perseguire esclusivamente un’idea di “sviluppo economico” della città, legato alla cementificazione della Plaia.
Megaparchi commerciali, alberghi, villette a schiera, parchi divertimento, acquari, centro congressi e chi più ne ha, più ne metta, tutto questo è il progetto che dovrebbe essere realizzato sui terreni acquistati da Ciancio come terreni agricoli e poi diventati, grazie alla variante del Pua, edificabili. Variante realizzata grazie all’intervento, protrattosi negli anni, di tanti politici che hanno riperimetrato l’Oasi del Simeto, diventata più piccola, cambiato i piani di sviluppo del nostro Aeroporto, stravolto le prescrizioni del Cru, che se ne sono fregati della relazione del Pai sul rischio idrogeologico, del rischio sismico e via dicendo.
Per ultimo (ma non ultimo) la società che dovrebbe trovare i finanziatori della città-Plaia, Stella Polare, e che ebbe tra i soci fondatori persone finite in processi di mafia è rimasta sempre reticente sulla provenienza dei denari, 300/500 milioni di euro, necessari alla realizzazione del progetto Pua. Certo ci sarebbe piaciuto sapere di più sul finanziamento di parte della campagna elettorale di Stancanelli (del 2008) voluto fortemente da Ciancio, ricordiamo che l’ultimo atto della sua giunta fu proprio quello di portare il Pua in consiglio per l’approvazione, avremmo voluto saperne di più sulla promessa mantenuta dell’attuale sindaco Bianco a Ciancio di cui si parla in una famosa telefonata tra i due.
Il Giudice ha accolto la tesi della difesa, che si opponeva alla costituzione di parte civile del Comitato, decidendo che la legittimità di quel progetto debba restare fuori dal Processo, ma noi quel processo lo seguiremo ugualmente e triplicheremo i nostri sforzi per continuare a raccontare la verità sul Pua e sul suo iter. Un grazie da parte mia e del Comitato va all’avvocata Monica Foti che con tanta passione e professionalità ha preparato ed esposto la nostra richiesta di costituzione di parte civile.
Il processo va avanti e il 26 aprile verranno ascoltati alcuni collaboratori di giustizia, In seguito verranno ascoltati quasi duecento testi: da Lombardo a Bianco chiamato come teste dalla difesa, da Mimmo Sudano a Saro D’Agata, da Claudio Fava a Nando Dalla Chiesa. Quest’ultimi chiamati come testi dall’avvocato di parte civile della famiglia Montana,Goffredo D’antona. Paradossale che, nel processo, si parlerà di Giuseppe Fava solo perchè la difesa ha presentato, come documenti a difesa dell’imputato, quattro articoli del Giornalista ucciso dalla mafia.

Giolì Vindigni