È trascorso quasi un mese da quando – 21 febbraio – questo giornale ha preannunciato una imminente colata di cemento nei luoghi più incontaminati di Belpasso (contrada Gattaino) e nel frattempo il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali della maggioranza e dell’opposizione continuano a stare in silenzio. Strano. Specie per dei giovani che hanno sempre parlato di verde, di turismo e di ambiente.

La mobilitazione dei boy scout nel 2014 per la realizzazione del Parco. Sopra: ecco come si presentano oggi certi angoli di contrada Gattaino a causa dell’incuria

A beneficio di quei lettori che non hanno letto gli articoli precedenti, chiariamo che in questo bellissimo posto a ridosso del centro abitato è prevista una grossa cementificazione (una struttura commerciale più due palazzine a schiera) che occuperanno un’area di 13mila metri quadrati, mentre risulta che al Comune sono giacenti due richieste di concessioni edilizie per altrettante palazzine a schiera da realizzare nella stessa zona.

Dopo le nostre denunce un consigliere comunale della maggioranza ci aveva sussurrato in forma ufficiosa che il sindaco Carlo Caputo, su questo argomento, avrebbe spiegato pubblicamente la sua posizione. Lo stesso primo cittadino aveva chiarito su facebook che tutto sarebbe stato illustrato nel corso di una manifestazione. Finora niente di tutto questo: non c’è stato né il chiarimento per iscritto, né l’illustrazione pubblica. Ma intanto le carte vanno avanti speditamente.

Il fatto grave è che della concessione edilizia rilasciata addirittura nel 2011, Caputo non ha mai parlato né nel corso degli ultimi cinque anni, né prima, cioè nel periodo in cui è stato vice sindaco di Alfio Papale. In compenso, nel corso di questa legislatura, ha sbandierato ai quattro venti l’istituzione del Parco delle Torrette nello stesso luogo della prevista cementificazione e contemporaneamente non ha perso occasione per marcare la differenza fra “vecchia” e “nuova” politica (quest’ultima, ovviamente, impersonata da lui) insultando chi si permetteva di porre dei dubbi su certe operazioni relative alla revisione del Piano regolatore.

La superficie delle torrette già spianata che prepara la colata di cemento. Qui sorgerano una struttura commerciale e delle palazzine a schiera.

Ci saremmo aspettati un articolo o un discorso illuminante di fine mandato (dato che lo stesso ha dichiarato che non si ricandiderà), in cui il primo cittadino avrebbe potuto rispondere a delle domande semplicissime. Non è successo. Per questo sentiamo doveroso porre dei quesiti al sindaco (e non solo), su cui speriamo che troverà il tempo e il modo di rispondere:

1)      Il piano di lottizzazione del 2011, con il quale si intendeva cementificare contrada Gattaino, fu votato dal Consiglio comunale. Può fare i nomi dei consiglieri che lo votarono?

2)      Perché, pur sapendo che quell’area da sette anni corre dei seri rischi, non ha mai detto in modo chiaro come stanno le cose?

3)      Ha mai provato a ritirare la concessione? Ha mai chiesto per iscritto dei pareri legali per ritirarla? Eventualmente è nelle condizione di esibirli?

4)      E’ vero che esistono altre due richieste per cementificare ulteriormente quella zona?

5)      Cosa intende fare per scongiurare il pericolo?

6)      Perché ha perso cinque anni per la revisione del Piano regolatore, quando sa benissimo che lo strumento urbanistico – se fosse rimasto nelle mani del prof Leonardo Urbani, come stabilito dal bando di gara istituito nel 2012 dal commissario straordinario – sarebbe stato pronto tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014? Non crede che se fin da allora il Prg fosse stato a disposizione si sarebbe potuta programmare adeguatamente l’attività urbanistica ed edilizia del centro abitato e del territorio?

7)      Lei ha sempre sostenuto di avere affidato la revisione del Prg all’ufficio tecnico comunale per risparmiare i 200mila Euro necessari per pagare la parcella a Urbani. Perché lo stesso spirito parsimonioso non lo ha avuto quando ha deciso di realizzare un parcheggio inutile, per il quale si è battuto strenuamente, nel quartiere di Borrello – 25 posti macchina e nessun autobus – del costo di almeno 1 milione di Euro?

Ai consiglieri comunali del 2011, ma anche a quelli di oggi che sicuramente hanno letto le carte, chiediamo: perché non vi confrontate con i cittadini?

Ma al consigliere Daniele Motta la domanda va rivolta in forma più esplicita: consigliere Motta, dato che a giugno ci sono le elezioni comunali e lei è candidato a succedere a Caputo, non sa niente di questa operazione? È questo lo spirito con cui intende candidarsi?

Luciano Mirone