Dallo scorso 1 gennaio il Comune di Santa Venerina (Catania) è fuori dal dissesto finanziario. A distanza di cinque anni dalla delibera di consiglio comunale (la n. 9 del 12 marzo 2013) con cui il Comune fu costretto a dichiarare il default a causa del debito con il concessionario cui era stato affidato il servizio di trattamento delle acque, si incomincia a tirare un sospiro di sollievo. “Da ora  – afferma il sindaco Salvatore Greco – possiamo guardare al futuro con uno stato d’animo diverso che ci consente di programmare la crescita”.

Salvatore Greco, sindaco di Santa Venerina (Ct). Sopra: il centro etneo

L’argomento è stato affrontato nel corso di un incontro pubblico con i cittadini voluto dal sindaco, svoltosi  nella Casa del Vendemmiatore di via Trieste. Il primo cittadino ha ripercorso le fasi salienti della vicenda che ha portato il Comune a dichiarare lo stato di dissesto.

Nell’ottobre 2002, qualche giorno dopo il sisma del 29 ottobre, il Comune sottoscrisse una convenzione trentennale con la società “Ingegneria & Appalti” per l’affidamento del servizio di trattamento delle acque per uso umano. Nel 2008, l’ente, resosi conto dell’eccessiva onerosità del contratto, effettuò una rescissione unilaterale del contratto. Sulla questione si aprì un contenzioso deciso con un lodo arbitrale che sancì la condanna del Comune al pagamento della somma di oltre 5 milioni 600mila Euro a favore della società. L’origine dei problemi inizia da qui.

Il lodo arbitrale veniva impugnato dinanzi alla Corte d’Appello di Roma che ridimensionava il calcolo degli interessi e della rivalutazione monetaria riducendo il debito a poco meno di 5milioni, con un risparmio di circa 800 mila euro. Nonostante l’ottenimento di due contributi a fondo perduto dallo Stato (oltre un milione di Euro) e di un ulteriore contributo dalla Regione (450 mila Euro) spalmato in dieci anni, fu subito chiaro che questo non sarebbe stato sufficiente per far fronte al debito.“Allora comprendemmo  – spiega il primo cittadino –  che sarebbe stato impossibile uscire dal dissesto senza un’anticipazione straordinaria di liquidità”.

Greco volle giocarsela tutta e partecipando all’assemblea dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) svoltasi a Firenze nel 2013,  e agli incontri a Roma, nel 2014,  presso l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, assunse il ruolo di parte attiva e di promozione per la scrittura di un’apposita norma sull’anticipazione statale di liquidità  che fu emanata con un decreto legge nel 2014. Grazie a questa norma, il Comune ha ottenuto così un’anticipazione di liquidità di quasi 5 milioni da restituire in vent’anni.

Ma la storia non finisce qui. Tanti i passaggi intermedi cui il Comune ha dovuto far fronte. Tanti e complicati, fino ad una causa intentata addirittura nei confronti del ministero dell’Interno. “Per far sentire le nostre ragioni  – aggiunge il sindaco – abbiamo dovuto fare causa dinanzi al Tar  per evitare che l’Osl (Organismo straordinario di liquidazione) restituisse l’anticipazione statale di liquidità. Il giudice amministrativo ci ha dato ragione. Solo a seguito dell’ordinanza del Tar, abbiamo potuto fare un sospiro di sollievo. Oggi, usciti fuori dal dissesto, abbiamo un saldo positivo di 427mila Euro che sarà incrementato di ulteriori 500 mila relativi alla terza rata del contributo statale a fondo perduto, arrivando ad un saldo positivo di circa 1 milione.  Guardiamo al futuro con ottimismo”.

Redazione