Sequestrata una cava di estrazione e frantumazione di pietra lavica nel territorio di Mascali (Catania). Ad eseguire il provvedimento sono stati i carabinieri del Comando per la Tutela dell’Ambiente – Nucleo Operativo Ecologico di Catania –proseguendo nei controlli avviati già da diversi mesi nel settore delle cave di estrazione di materiali inerti. Al termine di un approfondito controllo, i militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro l’intera area, di circa 30mila metri quadrati, di proprietà della “Soc. Inerti e Calcestruzzi Eteni S.C.” operante nel settore di estrazione e frantumazione di materiale basaltico lavico.

Si tratta, nel giro di pochi mesi, del terzo sequestro eseguito in quel territorio nei confronti di società che operano nel settore degli inerti sprovvisti di qualunque tipo di autorizzazione.

Anche in questo caso, come nei precedenti, l’intervento dei carabinieri è avvenuto nella piena flagranza di reato mentre era in azione sul posto, nelle attività di sbancamento e di estrazione del materiale, un escavatore e mentre era in piena funzione l’impianto di frantumazione.

L’operaio addetto all’escavatore è stato bloccato, così come il funzionamento dell’impianto dove è risultato essere convogliato il materiale abusivamente estratto. Le varie linee dell’impianto (frantumazione, insacchettamento di sabbia, produzione calcestruzzi) sono risultate non in regola in quanto mancanti delle necessarie autorizzazione per le emissioni in atmosfera.

Le verifiche effettuate, come nei precedenti casi, presso la sede dell’Ufficio tecnico del Comune di Mascali hanno fatto emergere che l’intera area dove si svolgeva l’attività di estrazione abusiva ricade nela zona sottoposta a vincolo paesaggistico del “Parco dell’Etna” esistente dal 1991 su tutto il comprensorio interessato dalla colata lavica del 1928 che ha colpito l’intera zona distruggendo, secondo le cronache dell’epoca, buona parte del centro abitato di Mascali, successivamente riscostruito.

Il sopralluogo eseguito sul posto ha consentito di censire la presenza di ben 26 mezzi tra escavatori, pale meccaniche, una autobetoniera, camion di grandi e medie dimensioni e carrelli elevatori, posti sotto sequestro.

Il valore dell’intera azienda, degli impianti e dei mezzi presenti è ritenuto certamente superiore al milione di euro. Il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Catania, al quale sono stati inviati i primi atti ha richiesto ed ottenuto dal GIP presso il Tribunale la convalida del sequestro.

La titolare della società è stata deferita alla Procura della Repubblica perché ritenuta responsabile di numerosi reati ambientali e del settore minerario ed anche per aver operato in maniera del tutto abusiva su  zona sottoposta a speciale vincolo paesaggistico.

Angelo Conti