Senza capogruppo e con alcuni deputati che hanno deciso di ‘congelare’ la propria partecipazione al gruppo parlamentare all’Ars, mentre altri stamattina hanno formalizzato l’adesione. E’ il day after della spaccatura dei dem sull’elezione del presidente dell’Assemblea siciliana, con 4 parlamentari che al momento di votare non hanno rispettato il patto di indirizzare i propri consensi per il candidato di bandiera, Nello Dipasquale. Almeno due i voti dem a favore di Gianfranco Miccichè, poi eletto.
Secondo quanto si apprende, stamani era prevista una riunione informale degli 11 parlamentari dem negli uffici del gruppo a Palazzo dei Normanni, subito dopo le adesioni dei parlamentari. Ma alcuni deputati, tra i quali ci sarebbe l’ex capogruppo Antonello Cracolici che a caldo ha definito i franchi tiratori “utili idioti”, hanno deciso di ‘congelare’ l’adesione in attesa di un chiarimento politico alla luce della scelta di quattro deputati, rimasti nell’anonimato del voto segreto per l’elezione del presidente dell’Ars, spaccando il fronte. Almeno due di questi hanno votato Miccichè, facendo esplodere il caos tra i dem già alla prima prova d’aula.

Intanto, dopo l’elezione di Miccichè alla presidenza dell’Ars si registra la presa di posizione dei Giovani democratici (Gd): “Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione della presidenza dell’Assemblea regionale siciliana”. Lo scrivono in una nota 21 dirigenti siciliani dei Gd.
“Siamo stati spettatori, vivendola con forte imbarazzo, dell’evoluzione post-voto in Sicilia. La giornata di sabato, continua la nota, “ha confermato in maniera disarmante che una parte della classe dirigente del nostro partito non ha il minimo rispetto per se stessa. Andando ben oltre il riconoscimento dell’onore delle armi. Il gesto di votare il commissario di Forza Italia, nonché uomo di punta del centrodestra è un atto vergognoso. Chiediamo alla classe dirigente del Pd siciliano di prendere le distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti”.

Ansa