Negli Stati Uniti è stato eletto Trump. E’ stata un’elezione democratica (anche se i sospetti ben fondati delle influenze Russe, la rendono molto meno libera), ma il vincitore di quell’elezione ha fatto presa più sulla diffusa “ignoranza” del popolo americano che su argomenti validi. Ha fatto promesse di ogni genere, facendo credere a coloro che lo hanno votato, che le sue ricette per porre l’America al primo posto (first), sarebbero state la panacea per tutti i mali.
A giudicare da quanto ha fatto finora Trump c’è poco da stare allegri.

Kim Jong Un, il dittatore della Corea del Nord

America first significa che il presidente ha immediatamente rigettato gli accordi di Parigi sul clima. Perché lui non crede ai cambiamenti climatici o semplicemente perché non gliene importa niente. E quindi si possono tranquillamente ridurre dei parchi naturali, e rendere quelle terre zone edificabili, aperte allo sfruttamento e alla distruzione. Che importa?
America first significa agire, senza chiedere niente a nessuno, nella crisi della Corea del Nord, senza collaborare con altri Paesi, senza usare la diplomazia, senza porsi il problema del dialogo, col rischio di una guerra nucleare.

America first significa decidere unilateralmente di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Ignorando il resto del mondo, le risoluzioni dell’Onu, le reazioni prevedibilissime del mondo arabo. Significa gettare benzina sul fuoco in una situazione che richiede degli estintori.
Tutte queste decisioni vengono prese da uno che pensa che la sua ignoranza, la sua arroganza valgano quanto la nostra cultura, la nostra intelligenza, la nostra disponibilità, la nostra necessità di dividere lo stesso mondo con lui. Perché questa è la forma di democrazia che il presidente americano applica.
Tutte queste decisioni avranno effetti globali, sul clima, sulla pace, su tanto altro.

Gerusalemme

Dovremmo aspettarci da un popolo che si ritiene evoluto come quello americano delle scelte migliori.
Ricordate il casino durante la campagna elettorale americana sulle donne che Trump avrebbe molestato nel corso degli anni, sui suoi apprezzamenti non proprio eleganti che abbiamo potuto sentire nelle intercettazioni? Quell’altro maiale è stato giustamente cacciato da Hollywood. Trump è diventato presidente.

Fabio Cucciardi