Dopo gli exit poll di questa notte, fra qualche ora sapremo ufficialmente chi – fra nello Musumeci del Centrodestra e Giancarlo Cancelleri del M5S, staccati secondo i rilevamenti di ieri sera di un paio di punti a favore del primo – sarà il nuovo presidente della Regione Sicilia. E sapremo da chi sarà composto il nuovo parlamento siciliano, che per la prima volta – dal 1947 – sarà formato da 70 deputati, anziché 90.
Sapremo se i siciliani premieranno gli “impresentabili” presenti del Centrodestra, oppure hanno deciso di rivolgersi altrove.
Sapremo se il Movimento 5 Stelle continuerà ad essere forza di opposizione o diventerà forza di governo.
Sapremo chi – fra la coalizione di Berlusconi e il Movimento di Grillo – avrà la strada spianata, fin da ora, a vincere le elezioni politiche della prossima primavera, dato che la Sicilia è sempre stato un laboratorio politico dove si è sperimentato di tutto.
Sapremo se la stella di Renzi continuerà a risplendere nel firmamento del Centrosinistra nazionale o sarà appannata dalla prevista debàcle del candidato alla presidenza siciliana Fabrizio Micari, come ci dicono gli exit poll.
Sapremo se – come annunciato ieri da Repubblica e l’Espresso – il nuovo candidato a Palazzo Chigi del Centrosinistra sarà Paolo Gentiloni – che silenziosamente si sta ritagliando un abito da leadership – oppure se l’attuale presidente del Consiglio sarà solamente il “traghettatore” di questa legislatura.
Sapremo se la figura del sindaco di Palermo Leoluca Orlando – sostenitore della prima ora di Fabrizio Micari – sarà ridimensionata dalla sconfitta di quest’ultimo o peserà dentro il Centrosinistra, proprio ora che il primo cittadino del capoluogo siciliano si era riavvicinato a quella coalizione, dopo anni di solitudine nel corso dei quali comunque aveva ottenuto dei risultati apprezzabili.
Sapremo che fine faranno personaggi come Alfano, come Castiglione, come Lupi, alleatisi con un Centrosinistra allo sbando.
Sapremo quanto peserà a sinistra il nuovo Movimento di Bersani e D’Alema, che alle regionali di Sicilia ha presentato Claudio Fava come aspirante governatore, cioè sapremo quale sarà la forza di questa neo formazione per sedersi al tavolo delle trattative col Pd e incidere sulle prossime scelte della politica nazionale.
Sapremo con chi Nello Musumeci o Giancarlo Cancelleri riusciranno a varare la nuova maggioranza all’Assemblea regionale siciliana, tenuto conto che nessuna delle forze presenti avrà i numeri per governare da sola, ma si parla, fin da ora, qualora dovesse vincere il primo, di una trasmigrazione di un bel po’ di neo deputati di Centrosinistra nei banchi della coalizione opposta.
Sapremo – in base ai successi di lista – quale sarà la forza di Silvio Berlusconi, altro grande protagonista di questa elezione. L’ex Cav. ha segnato un rientro in grande stile e in grande stile si prepara a riprendersi la leadership del Centrodestra.
Sapremo quali saranno i nuovi rapporti di forza nelle amministrazioni locali, spesso lacerate da lotte intestine, sia all’interno del Centrodestra che all’interno del Centrosinistra.
Fra qualche ora avremo la conferma che il Movimento 5 Stelle – rispetto alle elezioni siciliane di cinque anni fa – avrà aumentato notevolmente i suoi consensi e si appresta a diventare il primo partito in Italia e con questa forza si presenterà alle politiche del 2018.
Avremo la conferma del record di persone che non sono andate a votare. Il perché lo sappiamo tutti: delusione, rabbia, frustrazione nei confronti di chi, in Sicilia e in Italia, le ha governate finora. Se molta gente ha deciso di rimanersene a casa, malgrado gli appelli al voto di un personaggio anti sistema come Grillo, vuol dire che nell’Isola la malattia è cronica.
Luciano Mirone
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