“Sarò il presidente di tutti i siciliani e di chi legittimamente ha ritenuto di votare altri candidati o addirittura di non partecipare al voto. Credo che il primo compito che dobbiamo assolvere è quello di recuperare oltre il 50 per cento dei siciliani che ha deciso di non andare a votare. Abbiamo il votare di lavorare tutti assieme per restituire alla politica in generale credibilità e autorevolezza. Un sondaggio di alcune ore fa dice in maniera disarmante che soltanto il 12 per cento dei siciliani ha fiducia nell’ente regione. È un dato preoccupante che deve fare riflettere tutte le forze politiche, nessuna esclusa. Quello che è accaduto negli ultimi tempi ha determinato una caduta di credibilità e noi col buon lavoro e con la buona politica abbiamo il dovere di recuperare questa larga fascia di siciliani perché torni a riconoscersi nella Regione intesa come ente capace di rappresentare e interpretare i legittimi interessi di tutti i siciliani. È stata una campagna elettorale dura, difficile, tutta in salita (e lo sapevamo), avvelenata anche da alcune cadute di stile, ma ormai è acqua passata. Io sento per intero il peso di una grande responsabilità, non mi nascondo assolutamente le difficoltà che incontrerò lungo il percorso per le condizioni drammatiche in cui si trova la mia terra, la stagione certamente più difficile dei settant’anni di autonomia, e sono convinto tuttavia che con l’aiuto delle forze politiche della coalizione di Centrodestra che ringrazio per avermi onorato della fiducia nel designarmi candidato unitario, una coalizione che siamo riusciti a rimettere assieme dopo quasi otto anni in Sicilia, sono convinto, dicevo, che con l’aiuto della coalizione, della squadra di governo e in Parlamento col sostegno responsabile da parte, non solo della maggioranza, ma anche di tutte le forze dell’opposizione riusciremo lentamente a risalire la china. Dobbiamo tutti scrivere una nuova pagina nella storia della Sicilia, di questa Terra amara e bella, di questa Terra rassegnata, di questa Terra che Verga ha voluto descrivere come la Terra dei vinti. Io sono convinto che la Sicilia, con l’impegno di tutti, non debba più essere un’Isola da raccontare, ma un’Isola da vivere, un’Isola con molti limiti, ma anche con straordinarie, infinite potenzialità.

Il leader del centrodestra Silvio Berlusconi con il nuovo presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci. Sopra: Nello Musumeci

Non è uno sterile rivendicazionismo che dobbiamo inseguire come spesso si è fatto in questi settant’anni, ma la consapevolezza che prima di chiedere aiuto agli altri dobbiamo essere convinti noi che questa Terra può essere redimibile, che la Sicilia ce la può fare, ce la deve fare, dobbiamo convertire i rassegnati, dobbiamo convertire i disperati, dobbiamo alimentare la fiamma della speranza di quella fascia di siciliani che ha creduto nella coalizione e nella mia persona. Voglio ringraziare tutti, tutti i leader della coalizione, dal presidente Berlusconi a Giorgia Meloni che per prima ha creduto in questa scommessa, a Matteo Salvini, a Lorenzo Cesa, agli autonomisti popolari, al movimento ‘Idea Sicilia’, e lasciatemi dire un grazie particolare al mio movimento ‘Diventerà bellissima’, perché il sogno è diventato nell’autunno del 2014 e da allora lo abbiamo inseguito senza velleità, restando con i piedi per terra e con il solo obiettivo di ridare un futuro a questa Terra. Voglio dedicare questa campagna elettorale ai miei tre figli e ai figli di tutti i siciliani, perché ogni sforzo sarà fatto per loro, esclusivamente per loro: i nostri ragazzi hanno diritto a credere in un futuro diverso e migliore. L’impegno antimafia non è un obiettivo programmatico: è il pre-requisito dal quale non ci siamo mai allontanati nel corso del nostro lungo e intenso impegno politico alternato da stagioni di esaltanti vittorie e di cocenti sconfitte. L’impegno antimafia non può essere soltanto del mio governo e della classe dirigente che guiderà la Sicilia, ma deve diventare l’impegno di tutti i siciliani, ognuno nel proprio ruolo, ognuno nel proprio ambito. Ecco, assodato questo pre-requisito, abbiamo il dovere di lavorare per la rinascita della nostra Terra e a chi dall’alto ci guarda con aria di sufficienza, vogliamo dire che noi crediamo davvero nell’unità d’Italia, ma l’unità d’Italia si realizza soltanto se il Sud smette di   arrancare e cresce con le stesse opportunità che sono state offerte alle regioni del Nord.

Da sinistra Nello Musumeci, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi

L’Italia unità è una garanzia per tutti ed è questa garanzia che noi vogliamo tutelare ed assicurare a partire da domani. Vi prego di credermi: io vivo questi momenti con gli occhi incerti fra il sorriso e il pianto. Vorrei gioire ma non posso e quindi vi dico grazie davvero per tutto quello che avete fatto: grazie Raffaele, grazie Ruggero, grazie Gino, grazie Enrico, grazie Fabio, grazie Carmelo, grazie Giovanna, grazie Alessandro, grazie Dario, grazie a tutti per quello che avete fatto, siete stati meravigliosi, adesso tocca a me, devo metterci tutto il mio impegno perché questa scommessa posa essere vinta. Nel congedarmi da voi, colleghi della stampa, amiche e amici, ringraziando tutti i giornalisti per la serietà, il garbo, l’attenzione, la grande civiltà con la quale hanno lavorato in queste settimane, voglio dirvi che questo è un risultato di risultanza nazionale: il Centrodestra si ricompone ed apre una strada ad un appuntamento politico importante, che nella prossima primavera dovrà ridare un governo degno di questo nome all’Italia. Io sono convinto che, secondo tradizione, questo esperimento nel ‘laboratorio Sicilia’ felicemente riuscito oggi col voto di ieri potrà segnare e rappresentare un paradigma per guardare al futuro dell’Italia con reale e ragionevole ottimismo. Il Centrodestra deve fare tanto ancora per essere un polo di attrazione più di quanto lo sia stato con l’elezione di ieri. Non dobbiamo solo essere un luogo della geografia politica, ma dobbiamo rappresentare un patrimonio valoriale, dobbiamo fare la differenza, dobbiamo distinguerci, dobbiamo lavorare sulla scorta degli errori compiuti. Questo mio risultato non sarebbe stato possibile se centinaia e centinaia di candidati non si fossero impegnati in tutte le nove province dell’Isola a sostegno del candidato presidente prima ancora che della propria candidatura e della lista alla quale hanno ritenuto di aderire. Voglio ringraziarli tutti, sinceramente, quelli che saranno eletti e quelli che non lo saranno, ma che debbono sentirsi ugualmente vincitori perché senza il loro contributo a volte sofferto, meditato, disinteressato, entusiasta noi stasera non saremmo qui. Un saluto anche a Stefano Parisi, a ‘Energie per l’Italia’ che con ‘Diventerà bellissima’ ha voluto condividere questa bella esperienza. Vado a Palermo perché è la città capoluogo, perché, dico io, è la capitale, perché lì mi attendono altri colleghi giornalisti, perché lì debbo ringraziare l’altra grande comunità umana che, come quella etnea, come quella di tutte le altre province dell’Isola, ha ritenuto di sposare questa battaglia. È un sogno che diventa realtà, e questo è soltanto il primo sogno, il secondo sogno sarà quello di dovere restituire fra cinque anni, a chi verrà dopo di me (perché fra cinque anni io lascerò la guida della Regione siciliana) una Terra normale, libera da ogni zavorra, lontana da ogni condizionamento esterno, una Terra riappacificatasi con sé stessa, una Terra nella quale ognuno di noi deve trovare l’orgoglio di esserne figlio. Basta con il linguaggio violento, basta con la delegittimazione dell’avversario, la campagna elettorale è finita, adesso ognuno con il proprio ruolo, ma tutti ai remi verso l’obiettivo comune che è quello della redenzione di questa Terra. Lo dobbiamo a chi non c’è più, a chi c’è e in questa Rerra ci vuole restare”.

Redazione