“I voti sono stati dati a me, me li sono guadagnati sul campo conoscendo tanta gente e coinvolgendo i giovani che sono estranei alla politica”. Così Luigi Genovese, il più giovane deputato eletto nel Parlamento siciliano (ha preso oltre 17 mila voti a Messina nella lista di FI), ospite di “Un Giorno da Pecora”, su Rai Radio1.

Luigi Genovese con Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Sopra: Genovese jr

Il neoeletto è figlio di Francantonio, parlamentare ex Pd, passato a Forza Italia e recentemente condannato a 11 anni in primo grado al processo sui corsi di formazione professionale in Sicilia, finanziati da Regione e Ue. “Lei conosce – hanno scherzato i conduttori – tutti quelli che l’hanno votata?”. Genovese jr ha risposto: “Penso di sì, anche perché voi mi insegnate che per prendere tante preferenze bisogna conoscere almeno il doppio delle persone”. Infine, su Berlusconi: “Silvio – ha spiegato – è un sole che illumina, come dimostra la sua ‘discesa in campo’ in Sicilia”.

Sui voti ottenuti da Genovese jr, questo il commento del sindaco di Messina, Renato Accorinti: “Ho visto cose che voi umani…”. Così, da Firenze, dove si trova per partecipare alla convention dei sindaci Unity in diversity, il primo cittadino ‘no global’ del capoluogo peloritano Renato Accorinti . “Il figlio di Genovese ha 21 anni, e il sindaco della città di Messina, che non ha nulla contro di lui non conosce il volto di questo ragazzo. Un giovane che non ha fatto un giorno di politica in città, non lo conosce nessuno: ma ha preso più voti di tutti i candidati siciliani, tutti. Com’è possibile? Eh, io ho visto cose che voi umani…non lo potete immaginare, no”, dice ancora.

Il sindaco di Messina, Renato Accorinti

Parlando del padre di Luigi, Accorinti ha detto che ‘Genovese era del Pd: ha tre processi, in uno gia’ gli hanno dato in primo grado 11 anni, al cognato 6, alle due mogli 5. Ha avuto 2 anni agli arresti domiciliari, 7 mesi di carcere. Esce, e passa dal Pd a Forza Italia. Poi chiede ai suoi consiglieri comunali, del Pd, di passare dall’altro lato. In 10 lo fanno’. ‘Messina io la paragono al Sudamerica – ha detto Accorinti – e’ una citta’ sudamericana, c’e’ un controllo totale, tra massoneria e mafia. La mia elezione e’ stata molto piu’ che un’anomalia: con una lista singola al ballottaggio ho battuto chi aveva gia’ preso il 49,94% al primo turno. In pratica e’ come se fai al salto in lungo uno stacco di 50 metri’.

Ansa