Il caso di Simona Floridia è contrassegnato da un contesto in cui il traffico di droga e i narcotrafficanti collegati con la Colombia appaiono gli elementi centrali, mentre le sette religiose e l’esoterismo potrebbero essere serviti a coprire certe attività illecite e a depistare le indagini sulla sparizione di questa ragazza che il pomeriggio del 16 settembre 1992 esce dalla sua casa di Caltagirone (Catania) e non vi fa più ritorno. Questo è ciò che deduciamo – anche se l’intervistato non lo dice espressamente – dalla conversazione giornalistica con l’avvocato Giuseppe Fiorito, il legale della famiglia Floridia, che nel 2011 ha fatto riaprire le indagini, al punto da ottenere la richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Bellia, l’ultima persona ad essere stata con Simona quella sera di venticinque anni fa. E’ interessante capire il contesto, perché da questo si possono comprendere tante cose.

A un certo punto in questo comune di trentottomila abitanti sovrastato dal monte San Giorgio si insedia una setta religiosa composta da sedicenti frati (poi scoperti essere delinquenti)  in collegamento con la Colombia e specializzata nel riciclaggio di denaro. Girano vestiti da religiosi: dalle foto segnaletiche si capisce che sono ricercati dalla polizia di mezzo mondo per truffe e traffico di droga. Come punto di riferimento hanno il santuario del Santissimo Crocifisso del Soccorso, dove entrano ed escono quando vogliono. Del resto, dice l’avvocato Fiorito, “possiedono le chiavi. Qualcuno li avrà legittimati” .

Non si sa perché questi soggetti si stanziano nel calatino: fatto sta che dopo una serie di truffe commesse nella Repubblica di San Marino e in altre parti d’Italia, finiscono proprio qui, fra Caltagirone e Grammichele. Nei loro confronti si celebra perfino un processo per truffa: la condanna sembra scontata, ma loro si salvano grazie alla prescrizione.

A Grammichele riescono a fare molti adepti, gente credulona ma facoltosa ovviamente: uno regala le case di famiglia, un altro i terreni, un altro i gioielli, uno addirittura un elicottero. L’elicottero, certo. A cosa possa servire non è dato sapere, ma si può immaginare. Insomma è gente dalla quale è meglio stare alla larga. Simona, con le sue ingenuità da sedicenne, non lo capisce.

Si scopre che questi individui hanno collegamenti con qualcuno che a Caltagirone è ben inserito nell’ambito della chiesa: per esempio la maestra elementare Giusy Vassallo, che impartisce la comunione agli ammalati, organizza gli “incontri di preghiera” e fa partecipare un tizio che dice di vedere la Madonna. Alla fine verrà allontanata dalla chiesa.

Quando in quei primi tempi la famiglia Floridia cerca disperatamente Simona, è la signorina Vassallo a confidare alla madre della ragazza che la figlia si trova a Milano e che i depositari del segreto sono loro. La madre di Simona racconta tutto ai magistrati e finge di stare al gioco. Viene microfonata. Con la maestrina e con tale Giampiero – uno dei leader della setta – si reca nel capoluogo lombardo e a un certo punto le viene indicata una ragazzina in lontananza: “E’ Simona”, le dicono. Alla madre basta un colpo d’occhio per capire che quel viaggio a Milano è solo una messa in scena. Un depistaggio. Non l’unico. Poi dicono che Simona è a Torino e spostano l’attenzione sul Piemonte e così via. Una confusione ben architettata per distogliere l’attenzione dai fatti concreti.

Caltagirone. Santuario del Santissimo Crocifisso del Soccorso

I magistrati seguono questi movimenti ma forse non si accorgono che qualcuno sta riuscendo abilmente ad intorbidire le acque. Così come non riescono a decifrare quelle strane telefonate fatte a “Chi l’ha visto” da due voci femminili che dicono di essere Simona. La madre non riconosce quelle voci e anche in questo caso tutto svanisce in una bolla di sapone. Il fatto paradossale è che nessuno, tra i soggetti coinvolti, ha mai chiesto un riscatto alla famiglia.

Ma allora perché viene messa su un’organizzazione di depistatori così ampia e potente? Non si è mai saputo. E perché gli inquirenti non fanno la cosa più elementare di questo mondo: seguire i movimenti di quell’Andrea Bellia che è stata l’ultima persona ad essere stata con Simona?

La matassa viene ingarbugliata ulteriormente quando compare un altro incredibile personaggio, tale Armando Girasole, un transessuale che frequenta i locali notturni e ha il vezzo dell’esoterismo: Girasole è vicino anche al santone del gruppo di preghiera della maestra Vassallo. Simona a un certo punto entra in contatto con lui. Sarebbe stato Armando Girasole la chiromante individuata nelle indagini (il ritratto viene ritrovato sulla scrivania della ragazza scomparsa) vicina a Simona. La quale, in possesso di un libro magico, avrebbe preparato  delle pozioni ritrovate nella sua stanzetta per fare in modo che Mario Licciardi (ricordate?, l’ex fidanzato di cui lei è ancora innamoratissima, nonché l’amico di Andrea Bellia) tornasse con lei. Girasole è l’unico ad aver pagato finora per questa storia: una condanna patteggiata per falsa testimonianza. Agli inquirenti ha detto di non aver mai conosciuto Simona: i fatti lo hanno smentito.

“Simona – seguita l’avvocato Fiorito – viveva un adolescenza un po’ turbolenta, com’è tipico di molti ragazzi di quell’età, con qualche frequentazione sbagliata. La ragazza veniva comunque  sempre tenuta sottocchio dai suoi genitori: la madre le aveva detto di ritirarsi alle 21. Quando non la vede tornare va a cercarla allo ‘Spigolo’, il ritrovo dei ragazzi. Le indagini su Simona hanno fatto uno scandaglio ampio sulla società calatina dell’epoca, uno spaccato molto torbido, almeno in quell’ambiente”.

E arriviamo al 2011, quando su mandato dei genitori di Simona, l’avvocato Fiorito riesce a fare riaprire le indagini eseguendo, afferma, “una ricostruzione criminologica dettagliata, partendo da Andrea, il soggetto che per ultimo aveva visto Simona”. Il legale dei Floridia – invece di andare dietro al contesto, che sarà pure importante, ma potrebbe rivelarsi evanescente e depistante se non esplorato a dovere – si concentra su fatti e personaggi concreti. Andrea Bellia per esempio, una figura sulla quale, fino a quel momento, gli inquirenti magari avranno posto la loro attenzione, ma “non proprio in maniera forte, a mio avviso”, prosegue Fiorito.

Caltagirone. La famosa scalinata in ceramica

Uno scenario del tutto nuovo viene presentato dall’avvocato ai nuovi magistrati di Caltagirone: gli attori sono sempre quelli, i fatti pure, ma cambia la dinamica e la rilettura. Vengono riascoltate le telefonate, viene sentito con incidente probatorio Mario Licciardi, il quale conferma esattamente quello che aveva detto alla fidanzata nella famosa telefonata: “E’ vero, Andrea Bellia mi ha detto che è stato lui a fare sparire Simona”.

“Quindi – seguita l’avvocato – ho chiesto la prosecuzione dell’incidente probatorio sul monte San Giorgio, un pendio a strapiombo che domina la città”. Perché? “Mario aveva aggiunto che dopo l’uscita dall’ospedale, Andrea lo aveva portato a monte San Giorgio, dove si sarebbe verificato il fatto, un luogo che la sera rimaneva al buio e dove le coppie si ritiravano per appartarsi. Dopo quell’incidente probatorio il nuovo procuratore Giuseppe Verzera (che ha sostituito Paolo Giordano) ha chiesto il rinvio a giudizio di Andrea”.

Ma in questa storia, al momento, su un altro elemento fondamentale vi è  il riserbo : il movente. Perché Andrea avrebbe dovuto uccidere Simona? E perché scatta quel depistaggio in grande stile? “Il movente finora non è saltato fuori, ma le assicuro che c’è ed è forte”, seguita il legale dei Floridia, “anzi, ci sono diverse ipotesi che portano sempre agli stessi soggetti, compresi quelli che formano il contesto. Non a caso ho parlato di situazioni inquietanti. Da ciò potrebbe essere scaturito un movente banale oppure una situazione che può avere delle fondamenta ben più solide in cui non c’entrano solo gli adolescenti ma anche gli adulti”.

Le parole di Fiorito sono di una lucidità straordinaria. E anche se a monte San Giorgio sono state effettuate delle ricerche (con esito secretato) per accertare se ci sono delle ossa umane, questa storia – al netto delle pozioni magiche, delle chiromanti  e della pseudo religione – sembra grossa e potrebbe contenere dei segreti inconfessabili. Sennò perché uccidere, nascondere e depistare? Ne sapremo di più se verrà celebrato il processo. Stamattina il Gup di Caltagirone deciderà se rinviare a giudizio Andrea Bellia oppure se mettere la parola fine su questa vicenda.

Luciano Mirone

(2^ Puntata. Fine)