Una firma per “esprimere solidarietà ai manifestanti del Salento sotto processo per aver lottato contro gli espianti degli ulivi”. È lo slogan che l’associazione Bianca Guidetti Serra lancia attraverso Change all’indirizzo https://www.change.org/p/sostieni-chi-viene-processato-per-aver-difeso-gli-ulivi-del-salento

Un momento dell’eradicazione dei primi sette alberi di ulivo infetti da Xylella, in contrada Frascata, in agro di Oria (Brindisi), 13 aprile 2015. Gli ambientalisti, circa una cinquantina, stanno tentando di impedire, anche posizionandosi sui cingolati, l’avvio delle operazioni del piano per l’emergenza disposto dal commissario straordinario Giuseppe Silletti. ANSA/ MAX FRIGIONE. Sopra: un momento del blocco ferroviario

Una petizione promossa a quasi due mesi dal processo che si svolgerà il prossimo 6 novembre al Tribunale di Brindisi nei confronti di quarantasei manifestanti (su duecento partecipanti, fra cui “mamme, bambini, padri, studenti, contadini, professionisti”) identificati e denunciati dalla Digos brindisina che nel novembre del 2015 bloccarono il traffico ferroviario alla stazione di San Pietro Vernotico.

“Siamo al loro fianco – dicono i componenti dell’associazione promotrice – nell’affermare l’alto valore sociale della loro azione, rivolta ad impedire uno scempio immensamente superiore al presunto danno arrecato dalla loro azione di protesta”.

Ma qual è l’accusa nei confronti dei quarantasei manifestanti? “Quella di aver omesso di avvisare le autorità competenti della manifestazione, cagionando un danno ai passeggeri e alle Ferrovie dello Stato, oltre all’interruzione di pubblico servizio”.

“La manifestazione – si legge ancora – aveva la finalità di bloccare il Piano Silletti che prevedeva l’estirpazione degli ulivi salentini perché ritenuti infetti da xylella, senza però alcun test di patogenicità effettuato sul batterio e soprattutto con la consapevolezza che l’estirpazione delle piante non eradica il batterio”.

L’eradicazione di un ulivo monumentale

Su questo argomento, da qualche anno nel Salento, sta scoppiando la rivolta di centinaia di persone che si oppongono all’eliminazione degli ulivi monumentali con un’età risalente a diversi secoli fa o addirittura a millenni. Quelle piante – dicono – fanno parte del nostro patrimonio culturale e paesaggistico: non possono essere eliminate. Da qui la mobilitazione che ha portato le popolazioni del Salento a presidiare il territorio “giorno e notte”, mettendosi di traverso anche contro le ruspe. Una lotta senza quartiere promossa anche contro “l’irrorazione a tappeto, da Leuca a Brindisi, di fitofarmaci riconosciuti dannosi alla salute umana, i cui effetti sarebbero emersi soprattutto nelle generazioni future”.

Secondo i promotori, i manifestanti “hanno tentato ogni via per evitare il disastro, hanno cercato di dialogare con le istituzioni, hanno chiesto a gran voce di aprire la ricerca (sulla xylella, ndr) a trecentosessanta gradi e di accreditare altri centri analisi ma ogni loro richiesta è rimasta inascoltata”.

Circa un mese dopo “la Procura di Lecce – si legge ancora – cominciò un’indagine su quel piano folle”, occupandosi del commissario dell’emergenza (il generale Giuseppe Silletti) e “di una parte della scienza che ad oggi continua ad occuparsi del disseccamento rapido”.

Il “Piano Silletti”, varato dal governo Renzi, secondo i manifestanti, prevedeva “le eradicazioni di massa all’interno di una vasta fascia di territorio”

“Tale piano”, viene spiegato, “veniva contestato dalle popolazioni sia nel merito che nel metodo, perché prevedeva la distruzione delle piante e non la cura, in quanto non vi erano prove sulla reale efficacia degli espianti per contenere l’epidemia, e poi perché venivano imposti manu militari anche su piante sane”.
La solidarietà nasce “per sostenere chi si è opposto alla devastazione di un patrimonio ambientale di valore inestimabile”. Nel Salento la battaglia continua.

Luciano Mirone