“A Claudio Fava dico incontriamoci e discutiamo, cercando di trovare le ragioni dell’unità e non le divisioni, nel tentativo di ricomporre il centrosinistra, contro le forze di destra in campo”. Lo dice il rettore dell’ateneo di Palermo Fabrizio Micari, candidato del Pd e del movimento di Alfano, dopo l’appello di Campo progressista all’unità del centrosinistra per le regionali d’autunno. “Ritroviamoci sui diritti, sui temi dell’accoglienza e sul lavoro per i giovani” (Ansa).

Claudio Fava. Sopra: Fabrizio Micari

Non sappiamo come replicherà Fava, ma conoscendo il progetto delle forze della sinistra radicale che lo sostengono (Rifondazione comunista, “Possibile” di Pippo Civati, Azione civile, Socialisti, ecc., che fino alla settimana scorsa appoggiavano l’editore palermitano Ottavio Navarra, che ha rinunciato alla candidatura per far posto a Fava), possiamo dedurre che il figlio del giornalista ucciso a Catania nelll’84 risponderà picche, per la semplice ragione che i partiti di quella parte politica dichiarano da mesi di essere alternativi al Pd e ad Alfano e Castiglione.

E tuttavia ci sono delle variabili da non trascurare: prima fra tutte, il sondaggio shock commissionato l’altro giorno da Forza Italia che vede il candidato del centrodestra Nello Musumeci al 37 per cento del gradimento dei siciliani, seguito da Giancarlo Cancelleri (M5S) al 32, quindi staccatissimo Fabrizio Micari (Pd) poco oltre il 20, con altri rilevamenti che addirittura lo danno al 16.

Quindi è chiaro che soprattutto il Pd, a due mesi esatti dalle elezioni in Sicilia, cerchi di correre ai ripari. Motivo: evitare una debàcle che potrebbe avere ripercussioni devastanti sulle elezioni nazionali della prossima primavera, che metterebbero in crisi la leadership di Renzi e dell’intera classe dirigente del partito.

È chiaro che la partita all’interno del centrosinistra non sarà decisa da un eventuale accordo Micari-Fava, ma da una trattativa – che si preannuncia difficile – fra Renzi da un lato e Bersani e D’Alema (entrambi leader del movimento che sostiene la candidatura del vice presidente della Commissione parlamentare antimafia) dall’altro. Specie se si tiene conto che gli ultimi due – usciti dal Pd per problemi di “democrazia interna” – hanno fondato Art.1-Mdp per costringere il Partito democratico a discutere “alla pari”.

Un primo passo in avanti – come auspicato dai leader della coalizione – è stato fatto ieri con la rinuncia alla ricandidatura dell’uscente Rosario Crocetta, al 4 per cento secondo i sondaggi, risultato deludente per un governatore. Ma non basta. Adesso il centrosinistra si appresta ad effettuare altre due saldature: una con la sinistra radicale che sostiene Fava, l’altra con una sinistra più oltranzista rappresentata dal Partito comunista, che considera “moderata” la candidatura del fondatore de “I Siciliani”.

Rosario Crocetta

Ma vediamo come Crocetta e Pci hanno reagito agli ultimi movimenti verificatisi nel centrosinistra.

“Per me è un giorno di liberazione personale – dice il governatore dopo la rinuncia alla candidatura – . Ho vissuto cinque anni di violenze. Quattro anni fa al primo rimpasto pensai di dimettermi e di ricandidarmi da solo – ha aggiunto – Un pensiero che ho fatto altre due volte. A Roma mi chiedono perché abbia cambiato 57 assessori, ma se me lo chiedete voi giornalisti siciliani non ci sto perché sapete bene che io non avrei mai cambiato nessuno e che tutto è dipeso dai partiti”.

Antonio Bertuccelli, segretario regionale Pci Sicilia, dichiara: “Esprimiamo un giudizio fortemente negativo rispetto alla nota in cui Fava e Navarra danno appuntamento per ‘una assemblea regionale alla quale proporre un percorso programmatico e la candidatura di Claudio Fava a Presidente della Regione Sicilia alle elezioni regionali”.
“Noi – prosegue la nota – non ci innamoriamo degli uomini ma dei progetti e dei programmi.
Avevamo pensato che Navarra potesse essere la sintesi delle forze politiche, dei movimenti, delle associazioni, dei singoli che sostenevano l’idea di porre in essere una lista che rappresentasse l’unità della sinistra e l’alternatività al Pd”.
In questi mesi forze politiche, associazioni, militanti hanno lavorato in Sicilia, tra mille difficoltà, a costruire un percorso partecipato di alternativa che adesso viene azzerato dal prevalere di ristrette logiche di vertice”.
“Massimo rispetto – dice il Pci – per la storia di Claudio Fava ma la sua candidatura, ad opera di Art.1-MDP, ha avuto sin dall’inizio l’evidente funzione di porre un’ipoteca moderata sulla costruzione della lista di sinistra. A ciò si aggiunge che essa è stata costantemente accompagnata da gravissime dichiarazioni di disponibilità nei confronti del PD da parte dei massimi esponenti di Art.1, da Rossi a Bersani. Anche il metodo con cui questa candidatura è stata imposta è inaccettabile”.
“Apprendere che Navarra – seguita il comunicato – si sia accordato per una lista comune con Fava, espressione diretta delle politiche governative a guida Pd, ci dispiace ma noi rimaniamo coerentemente sulle nostre posizioni”.
“Rigettiamo ogni tentativo di ricostruire il centrosinistra che giudichiamo fallimentare e sbagliato.
Chiediamo a tutti e tutte coloro che hanno partecipato all’iniziale percorso di mostrare coerenza e confermiamo la volontà di lavorare con tutte le forze comuniste e antagoniste presenti nella società per rilanciare la lotta per il cambiamento in Sicilia”.
Luciano Mirone