“C’è bisogno di riaccendere i riflettori su questa terribile vicenda”. Inizia così l’appello, formulato tramite fb, di centinaia  di cittadine e cittadini che si rivolgono alla trasmissione di Federica Sciarelli, “Chi l’ha visto?”, affinché continui ad occuparsi del “caso Manca”, uno dei casi più controversi e scandalosi degli ultimi decenni. “Il vostro impegno – prosegue l’appello – riguardo al caso di Attilio Manca è sempre stato costante. Dopo il vostro ultimo servizio andato in onda il 25 Maggio 2016 sono successe cose molto gravi”.

Attilio Manca in Francia. Sopra: Federica Sciarelli nello studio di Chi l’ha visto?

Un appello disperato, una sorta di “ultima spiaggia” cui aggrapparsi prima della possibile archiviazione annunciata recentemente da Antonio Ingroia (legale della famiglia Manca assieme a Fabio Repici), come avrebbero fatto intendere  i vertici della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino, che stanno svolgendo le indagini sull’ipotesi mafiosa che potrebbe portare all’operazione di cancro alla prostata subita dal boss Bernardo Provenzano nel 2003 a Marsiglia, nella quale potrebbe avere avuto un ruolo un eccellente urologo come Attilio Manca. Trait d’union: la mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, come è stato dichiarato da diversi pentiti – Carmelo D’Amico in particolare – che su questa vicenda ha rivelato particolari molto interessanti. I magistrati di Viterbo – città nella quale il medico prestava servizio presso il locale ospedale da due anni – invece sostengono che si tratta di morte per overdose da eroina in seguito a “inoculazione volontaria”, dato che, secondo loro, Manca era un assuntore da una quindicina di anni. Ma su questo e su tanto altro non hanno il briciolo di una prova.

Dopo l’eventuale archiviazione, a meno di novità sconvolgenti, sul caso Manca potrebbe essere apposta la parola fine, epilogo al quale la famiglia dell’urologo e la Società civile non si rassegna. Ma cosa è successo dall’ultima volta che la trasmissione di RaiTre si è occupata della vicenda del giovane urologo di Barcellona Pozzo di Gotto? Così continua l’appello:

1)      “Un nuovo pentito (Campo, ndr) inizialmente incaricato di uccidere Attilio, ha indicato i nomi degli assassini ed è stato aperto un nuovo fascicolo alla procura di Roma per omicidio a carico di ignoti”.

2)      “Con una petizione, oltre 30mila cittadini, hanno chiesto alla Procura di Roma di non archiviare il caso, ma nonostante i nuovi importantissimi elementi il caso si accinge ad essere archiviato”.

3)      “ll 15 agosto sono state depositate le motivazioni sulla condanna di Monica Mileti al processo di Viterbo, dove Attilio Manca è stato definito un consumatore abituale di droga”.

“Tutto questo – scrivono i promotori della petizione – è inaccettabile, c’è bisogno di riaccendere i riflettori su questa terribile vicenda, in maniera da tenere alta l’attenzione e continuare ad informare più persone possibili sull’omicidio di questo bravissimo medico la cui unica colpa è stata, come si evince da tantissimi indizi e circostanze emerse, di operare un latitante protetto dalle istituzioni”.

Una richiesta accorata che ci auguriamo possa sortire gli effetti sperati, anche se dobbiamo esprimere il nostro scetticismo dopo avere assistito a tanti di quei fatti che ci portano a pensare davvero che spesso la realtà superi la fantasia. Fatti talmente incredibili che sono stati del tutto dimenticati dalle varie parti in causa: ad esempio l’inchiesta a puntate svolta da questo giornale – attraverso la consulenza di un autorevole docente di Medicina legale – sull’autopsia eseguita sul corpo di Attilio Manca. Perché quell’inchiesta ricca di riferimenti scientifici è stata ignorata e dimenticata? Perché non è stata approfondita? Perché non si sono seguite le piste scientifiche che avrebbero potuto portare lontano? Su questo nessuno (nessuno!) mai ha ritenuto di dare risposte.

Il cadavere di Attilio Manca come è stato ufficialmente scoperto dalla Polizia

Passiamo a “Chi l’ha visto?”. Per i primi dieci anni, la trasmissione di RaiTre ha avuto il merito di tenere accesi i riflettori, con delle buone inchieste portate avanti dalla redazione, non sappiamo fino a che punto univocamente d’accordo sulla matrice mafiosa della vicenda.

Chi scrive ricorda due giornalisti in particolare: Goffredo De Pascale e Paolo Fattori, che hanno seguito il caso con grande serietà perfino durante le presentazioni di libri o di convegni dedicati ad Attilio Manca: arrivavano loro, piazzavano un microfono davanti al relatore e registravano. Poi ascoltavano altra gente, consultavano carte, confrontavano le varie testimonianze e svolgevano l’inchiesta. Facevano quello che normalmente dovrebbe fare un giornalista: cercare la verità. Quello che avrebbero dovuto fare altri cronisti italiani i quali – tranne quelli di Santoro e del Fatto quotidiano – su questa vicenda hanno brillato per la loro assenza.

Il problema è che i riflettori sul caso Manca, “Chi l’ha visto” li aveva già spenti nel gennaio 2014. E’ vero che li ha riaccesi due anni dopo – data indicata dai sottoscrittori – ma da allora il buio è stato completo. Non convincono i tempi: se prima del 2014 la trasmissione della Sciarelli è stata costante e puntuale, perché da quella data ha un approccio del tutto discontinuo?

La linea di demarcazione appare improvvisamente segnata in quella fredda sera di tre anni fa, quando Goffredo De Pascale e Paolo Fattori fecero uno scoop clamoroso: dimostrarono una contraddizione incredibile su quanto aveva scritto l’ex capo della Squadra mobile di Viterbo, Salvatore Gava, che nel 2004 indagò sulla morte del medico. Gava in un rapporto assicurò che Attilio Manca non si era mosso dall’ospedale di Viterbo nei giorni in cui – autunno 2003 – Bernardo Provenzano veniva operato alla prostata a Marsiglia. I due giornalisti – controllando il registro delle presenze nell’ospedale laziale – scoprirono esattamente il contrario, cioè che l’urologo risultava misteriosamente assente dal posto di lavoro proprio in quei giorni. Nessuno ha mai spiegato se aveva ragione Gava oppure “Chi l’ha visto?”. Nessuno ha mai smentito quella scoperta. Nessuno ha mai detto dove potrebbe essere stato Attilio Manca nei giorni dell’intervento di Provenzano.

Salvatore Gava, ex capo della Squadra mobile di Viterbo

Ci saremmo aspettati che dopo quella puntata, molte risposte venissero fornite proprio dalla trasmissione della Sciarelli, abituata a tornare sempre sul “luogo del delitto”. Invece niente. E questo ci sembra strano. Perché – come giustamente viene evidenziato dai sottoscrittori dell’appello – non ci si può trincerare nemmeno dietro al fatto che nel frattempo non è successo nulla. In questi tre anni – ma anche dal maggio 2016 – sul caso Manca è successo di tutto. E “Chi l’ha visto?” è stata assente. Perché?

“Ora che inizia la nuova stagione di ‘Chi l’ha visto?”, seguitano i promotori dell’iniziativa, “è davvero importante che aggiorniate i vostri affezionati spettatori su questo caso”.

Segue l’invito ai partecipanti ad inviare questa mail alla redazione di “Chi l’ha visto?” a questo indirizzo:
8262@rai.it; oppure ad inviare un messaggio tramite messenger a: https://www.facebook.com/chilhavisto/

Speriamo bene.

Luciano Mirone