Quel tratto dell’autostrada Palermo-Catania è chiuso dal 10 aprile del 2015. Allora un pilone del viadotto Imera si piegò su se stesso a causa di una frana che avanzava da anni senza che nessuno vi ponesse rimedio. Da allora – all’altezza di quel ponte sull’A 19 – si procede a una sola corsia, con disagi non indifferenti per chi la percorre. I lavori proseguono e i siciliani sperano (non solo loro, ma anche i tantissimi turisti che ogni giorno percorrono quell’arteria fondamentale dell’Isola), mentre qualche mese dopo il gruppo del M5S presente all’Assemblea regionale siciliana, con fondi personali prelevati dagli stipendi di parlamentari, fece costruire a tempo di record una strada alternativa (la “Via dell’onestà”) che viene percorsa da diversi automobilisti.

Parallelamente alle ruspe, alle motopale e agli escavatori che operano su quel tratto di autostrada, su altri fronti si procede nella stessa direzione.

La procura di Termini Imerese (Pa) infatti ha inviato cinque avvisi di conclusione indagini per omissione di atti d’ufficio e attentato alla sicurezza dei trasporti a Calogero Foti, dirigente della protezione civile regionale, Calogero Lanza, ex sindaco di Caltavuturo (Pa), Mariano Sireci, responsabile della protezione civile di Caltavuturo, Salvatore Muscarella e Giuseppe Siragusa, dipendenti Anas. Il viadotto si piegò dopo che una frana fece cedere uno dei piloni.

Nella foto: il viadotto Imera dell’autostrada Palermo-Catania

Angelo Conti