Emozionante. Per i colori, per il ritmo, per il gusto. Il videoclip della giovane artista catanese Silvia De Luca, 28 anni, rende visivamente ciò che Mario Biondi rende musicalmente. Tre minuti e diciassette secondi di gioia e di divertimento. Trait d’union tra i due, non solo la città di nascita (Catania), ma il primo brano cantato in italiano dal “Barry White bianco”, Basta (questo il titolo), dopo tantissimi pezzi in inglese che lo hanno consacrato in Italia e all’estero. Un binomio perfetto, quello fra Silvia e Mario, un’intesa straordinaria che tocca corde profonde, perché quando musica e immagini si intrecciano così armoniosamente, l’emozione è uno stato d’animo che tocca tutti.

Silvia De Luca. Sopra: Mario Biondi

Silvia è una ragazza semplice e solare, scoppiettante, vive a Belpasso, alle pendici dell’Etna (da cui ha ereditato la “vulcanicità”), è una grande promessa nel settore delle arti visive. Coniuga il talento con lo studio: dopo il liceo classico europeo al Convitto “Cutelli” e l’Accademia delle Belle Arti a Catania, trascorre sei mesi in Polonia col Progetto Erasmus presso la Strzemiński Academy of Art Łódź. Poi il salto di qualità a Urbino dove consegue la laurea con 110 e lode con un relatore d’eccezione, Gianluigi Toccafondo, regista e illustratore di fama internazionale.

Con il corto d’animazione “Visioni a tre punte, la Sicilia tra letteratura cinema e illustrazione”, Silvia approda all’Expo di Milano, dopo aver partecipato al progetto per la realizzazione della biblioteca per piccoli migranti e siciliani a Lampedusa, dove sperimenta i laboratori artistici.
Adesso questa nuova esperienza che le sta dando la possibilità di farsi apprezzare dal grande pubblico. Ma come nasce la collaborazione con Mario Biondi? “In maniera del tutto casuale e spontanea”, dice Silvia. “Mi trovavo a Catania con un’amica che stava partecipando a un evento: c’era anche Mario Biondi. Qualche battuta e ti accorgi di ritrovarti con una persona molto simpatica, molto umile, molto disponibile. L’empatia nasce ed è straordinaria. Torno a casa con la voglia di confrontarmi artisticamente con lui. Apro facebook e gli invio un link dei miei lavori, accompagnato da tre parole: ‘Che ne pensi?’. La risposta arriva subito. E mi mette in una confusione pazzesca, oddìo magari avrò sbagliato indirizzo… e se è un omonimo? Invece è lui in carne e ossa, che mi spiazza completamente: ‘Lascia il tuo contatto’. Poco tempo dopo torna a Catania con il suo manager. Ci incontriamo: ‘Il tuo modo di lavorare ci interessa, dobbiamo capire come e quando inserire questo tipo di animazione’. Il momento giusto è arrivato attraverso questa canzone, un brano di elettro swing con il quale si possono fare delle belle animazioni: ‘Ascolta la canzone, ti diamo carta bianca, mi hanno detto”.

Da questo approccio, Silvia capisce una cosa fondamentale: “Stringere una mano premia molto più dell’invio di un curriculum, almeno in questo settore. Il rapporto umano è fondamentale”.

L’immagine del videoclip di Silvia De Luca

La sua tecnica di animazione si chiama 2D, “i protagonisti sono i disegni realizzati a mano, con acquerelli e tempere acquarellate”. “Per questo lavoro”, seguita Silvia, “avendo avuto poco tempo a disposizione, ho avuto la possibilità di affinare la tecnica sperimentando nuove soluzioni visive. Un’esperienza artistica formidabile”.

“L’animazione 2D – prosegue la giovane artista – è composta da disegni chiamati frames: mediante una sovrapposizione scaturisce il movimento, lento o veloce, in base al ritmo della musica. Chiudi gli occhi, immagini le scene, butti giù i bozzetti e li perfezioni con il programma di montaggio. L’animazione prende vita in quel momento. Una cosa tengo a dirla: è una tecnica che nasce alla scuola dell’Isia di Urbino, grazie al mio Maestro Gianluigi Toccafondo”.

E i progetti? “L’approccio col mondo musicale mi ha aperto un mondo: la musica e l’animazione funzionano molto. Mi piacerebbe muovermi in quest’ambito o in quello cinematografico. Potrei rimanere in Sicilia come freelance, così come potrei trasferirmi all’estero per un periodo, magari per lasciare delle piccole tracce di me, per poi rientrare, chi lo sa. A pochi giorni dall’uscita del videoclip ci sono migliaia di visualizzazioni. Una cosa che mi dà una carica incredibile. La gioia più grande? Il fatto che il progetto non abbia subito modifiche. È stato preso così. La mia opera è legata al primo lavoro in italiano di Mario Biondi. Più bello di così…”

Luciano Mirone