Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, come spiega il fenomeno degli incendi in Sicilia che fra giugno e luglio (con circa 1960 roghi) hanno superato il numero complessivo di quelli dello scorso anno? Ormai da Sciacca a Messina, da Catania a San Vito lo Capo è un bollettino di guerra.

“C’è un attacco violentissimo al nostro patrimonio naturalistico, al nostro paesaggio, al nostro territorio, frutto di interessi illeciti o poco leciti che si uniscono. Le ragioni possono essere diverse: c’è lo speculatore edilizio; il pastore che vuole il pascolo; il forestale che crede di risolvere il suo problema di precarietà del lavoro; qualche distratto (ma sono eccezioni) che dà fuoco al proprio fondo durante la ripulitura delle stoppie. È noto che nella nostra regione l’amore per il territorio, per il paesaggio, per la costa non è tra i più alti”.

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia. Sopra: un recente incendio nell’Isola

Quali sono le responsabilità della politica?

“Il dato più negativo di questa drammatica vicenda è il fatto che c’è un governo regionale praticamente ‘complice’ di tutto questo”.

Perché?

“Ormai da molti anni (non solo da quando c’è Crocetta) gli incendi in Sicilia, e purtroppo non solo in Sicilia (a causa del cambiamento climatico), cominciano tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Una regione che comincia ad attrezzarsi il 15 giugno è assolutamente inadempiente. poiché nel frattempo sono scoppiati tantissimi incendi. Iniziare a prepararsi il 15 giugno vuol dire fare partire le prime squadre anti rogo alcune settimane dopo, senza riuscire a fronteggiare il problema”.

E continuano a chiamarla “emergenza incendi”.

“Un fenomeno che si ripete anno dopo anno non è più un’emergenza, ma un dato di fatto. Non possiamo impedire certi eventi climatici come i 45 gradi o lo scirocco, possiamo però impedire o ridurre degli eventi così drammatici che creano danni incalcolabili alla nostra Isola”.

Cosa manca?

“La mappatura del territorio, con gli strumenti per fronteggiare l’emergenza, e il coordinamento tra le forze che devono intervenire. I Comuni non fanno nulla: una delle gravissime carenze è quella di censire le aree attraversate dal fuoco, in modo da far scattare quegli impedimenti di legge che prevedono l’inedificabilità o il divieto di pascolo per dieci anni. Questo non viene fatto, molti sindaci cercano di aggirare queste norme. Quindi ci sono diverse responsabilità: dalla Regione ai Comuni”.

Rosario Crocetta, governatore della Sicilia

Ci faccia capire: la legge prevede l’inedificabilità per dieci anni nelle zone colpite da incendio. Questo vuol dire che dopo i dieci anni si può costruire?

“Quell’area viene bloccata: i Piani regolatori e i Piani paesistici devono tenerne conto. Ma questo può avvenire solo se il Comune censisce la superficie incendiata”.

Quindi se questo non succede, si può costruire?

“Esattamente”.

Dunque, se molti sindaci sono inadempienti, significa che la legge viene aggirata e si favorisce la speculazione edilizia?

“Purtroppo in diversi casi è così”.

Cosa chiede Legambiente?

“Il commissariamento della Regione siciliana per evitare il pietoso atteggiamento del governatore, che un giorno scopre i piromani, un altro l’attacco organizzato, ma intanto la Regione continua a non fare nulla per fronteggiare tutto questo. Abbiamo chiesto all’Arma dei carabinieri di potenziare la presenza di unità forestali in Sicilia (grazie alla fusione tra i due Corpi) affinché i piromani vengano catturati. Ma se non c’è la certezza della pena si rischia di fare un buco nell’acqua: solo se questi assassini pagano con anni di carcere sarà possibile una vera deterrenza del fenomeno”.

E però dopo gli incendi sono scattate le inchieste di alcune Procure siciliane.

“Non so a cosa porteranno, ma intanto la Procura di Palermo ha avviato un’indagine per accertare se ci sono delle responsabilità della Regione siciliana. Un fatto importante”.

Responsabilità solo della Regione o anche dello Stato?

“Sicuramente anche dello Stato, il fenomeno riguarda tutto il Paese. Il problema è che si assiste al tentativo di molte Regioni di sfuggire alle proprie responsabilità e di riversarle nello Stato. Oggi il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a proposito dell’incendio che ha colpito i boschi vesuviani, ha accusato la Campania dicendo che l’Italia ha la migliore flotta di Canadair del mondo, il problema spesso è la mancanza di pianificazione di diverse Regioni. La Sicilia non fa eccezione, con l’aggravante drammatica che registra molti più incendi di altre regioni”.

Qual è il danno che viene fatto al patrimonio naturalistico?

“Inestimabile. Un’area boschiva o naturale si riforma dopo decenni. Gli ultimi incendi hanno attaccato pezzi storici dei Nebrodi, delle Madonie e dei Peloritani. Una ferita gravissima. È importante, ad esempio, che in questi luoghi venga impedita la caccia per recuperare la fauna distrutta”.

Una violenza così inaudita a cosa è finalizzata?

“A una distruzione indiscriminata. Ci sono molti interessi, il fenomeno spesso è organizzato”.

Luciano Mirone