Una storia emblematica, siciliana, vergognosa. Ieri Cristian, un ragazzo di 16 anni, tetraplegico e con un solo polmone, è morto a Messina dopo molte sofferenze: il ragazzo – secondo quanto scrive l’Ansa – stava male dalla nascita, ma negli ultimi anni le sue condizioni di salute erano peggiorate.

Messina. Quartiere Zafferia. Sopra: uno scorcio delle palazzine del rione

Non c’erano medici in grado di curarlo? Non c’erano medicine sufficienti per lenire le sue sofferenze? No. Cristian era peggiorato da quando si era trasferito nelle case popolari del villaggio Zafferia, in condizioni disastrose – seguita l’Ansa – perché molto umide, essendo state costruite su una falda acquifera e su un terreno argilloso. Diciamola come vogliamo, magari cerchiamo di non usare termini offensivi, ma la storia di Cristian, oltre ad essere una storia tristissima, è una storia che ci parla del fallimento delle classi politiche che a Messina hanno spadroneggiato per decenni.

Basta recarsi nel capoluogo peloritano per capire. Palazzi costruiti da decenni sui torrenti asciutti, su terreni franosi; centinaia di baracche dove vivono i discendenti del terremoto del 1908 che attendono da molti anni la casa popolare.

Fino a quando si è ricostruito il centro, tutto sommato è andata bene. Il disastro ha riguardato le periferie: dagli anni Sessanta in poi una corsa alla cementificazione ha alimentato l’ingordigia di troppa gente, con il silenzio colpevole di diverse istituzioni che – con la scusa dell’emergenza – hanno lasciato fare.

Uno scorcio delle barache di Messina (Foto Multimedia.it)

Non sappiamo se la famiglia di Cristian provenisse da una di quelle favelas. Sappiamo che quando lui e la sua famiglia credevano di aver raggiunto la “terra promessa”, si sono ritrovati in un posto che ha acuito la malattia del ragazzo fino a portarlo alla morte.

Ora i familiari – scrive ancora l’Ansa – annunciano azioni legali contro il Comune che non avrebbe fatto niente per trovare una diversa sistemazione al ragazzo. Il cui stato di salute sarebbe precipitato proprio in seguito alle condizioni fatiscenti e insalubri dell’alloggio dove era costretto a vivere. I genitori e Valentina Roberto (del “Fronte popolare auto organizzato”) annunciano denunce contro le istituzioni che, a loro dire, non sono state in grado di intervenire in modo efficace. Ma la morte di Cristian parte da lontano. E fa molto male a tutti.

Luciano Mirone