“Esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà con il prezioso lavoro che fanno le navi umanitarie e vigileremo nel porto affinché l’approdo della C-Star non avvenga né qui, né in tutta la Sicilia. Sappiamo che fino ad ieri sera era bloccata nel porto di Suez. Sembra che stia per partire o che sia già partita e per arrivare qui impiegherà dai cinque ai sei giorni”. Lo ha detto Alfonso di Stefano, rappresentante della Rete Antirazzista Catanese durante una conferenza stampa nel porto di Catania per dire ‘no’ all’arrivo in città della nave noleggiata da Generazione identitaria, un’organizzazione multinazionale di estrema destra, francese, italiana e tedesca nata nel 2012. La C-Star intende prestare supporto alla guardia costiera libica nelle operazioni finalizzate a intercettare e riporta indietro i barconi carichi di migranti. Alla manifestazione nel porto ha preso parte una trentina di rappresentanti delle associazioni che compongono la Rete,che hanno mostrato striscioni con la scritta “Non più naufragi.
Diritto d’asilo europeo per non morire” e ‘”Freedom, not Frontex. Diritto d’asilo e corridoio umanitario”. (ANSA).
E’ da diversi giorni che la Rete antirazzista catanese è mobilitata per evitare l’approdo della C-Star – una struttura lunga 40 metri – nel porto etneo. Nei giorni scorsi con un comunicato ha chiesto “alle Autorità competenti” di impedire l’utilizzo delle infrastrutture portuali alla nave, “noleggiata dal gruppo per respingere, attraverso azioni paramilitari, i migranti che tentano di attraversare il mar Mediterraneo, intralciando così i preziosi salvataggi delle Organizzazioni non governative (Ong), delle navi umanitarie, sempre più criminalizzate”.
L’appello è stato lanciato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, al presidente della Regione Sicilia, al prefetto, al questore, al Presidente dell’Autorità portuale, al comandante della Capitaneria di Porto e al sindaco di Catania “per prendere posizione” contro “un’operazione razzista alimentata da una propaganda falsa e tendenziosa, che non possiamo avallare con alcun tipo di supporto logistico o silenzio istituzionale”.
La Società civile catanese, formata da Comitato NoMuos/NoSigonella, Catania Bene Comune, USB fed. Ct, Città Felice, La RagnaTela, Cobas Scuola-Ct, PRC- Ct, PCI fed.Ct, Briganti rugby Librino, la Librineria, Associazione mundis pacem, Open Mind lgbt, Femministorie, movimento Laikal, Collettivo Politico Experia, Comunità di Sant’Egidio, e Arci Catania, dichiarano che “sarebbe assai grave che si concedesse l’attracco e l’utilizzo delle infrastrutture pubbliche a organizzazioni che hanno l’intento di compiere azioni paramilitari nel mar Mediterraneo, intercettando imbarcazioni di migranti e arrogandosi il diritto di intervenire, consegnando i naufraghi alla guardia costiera libica e violando di fatto l’obbligo di legge che vuole l’accompagnamento verso il porto più sicuro, che non è certo quello libico”. Le associazioni firmatarie scrivono di temere “che la presenza di una nave non coordinata con la Guardia costiera possa ostacolare le operazioni di salvataggio, con grave pericolo per i naufraghi e per il personale operante in mare”.
Angelo Conti
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