Sulla legittimità della proroga del 41 bis, pesa la “possibile incidenza delle condizioni di salute (unite all’età particolarmente avanzata)”, sia in relazione al “divieto di trattamento inumano e degradante”, che sull'”attuale pericolosità” del detenuto, cui il regime carcerario differenziato vieta contatti con l’esterno. Con queste motivazioni la prima sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso del boss Giuseppe Farinella, 91 anni, contro la proroga del 41 bis.
Farinella è stato condannato all’ergastolo in via definitiva nel 2008 per concorso nelle stragi di Capaci e via D’Amelio in quanto capo del mandamento di cosa nostra di San Mauro Castelverde. Alla luce di questo principio, valido per tutti, il tribunale di sorveglianza di Roma dovrà pronunciarsi nuovamente.
Lo stesso tribunale aveva respinto il ricorso contro il decreto ministeriale di proroga del 41 bis.

Ansa