Angelo Niceta è un “testimone di giustizia” a tutti gli effetti e non un “pentito”. La Commissione centrale del ministero dell’Interno ha deciso di autorizzare la richiesta di Niceta – importante testimone del processo Trattativa – e del Comitato di cittadini che sostiene la sua battaglia, trasferendo Angelo e la sua famiglia in località protetta.

A dare la notizia è l’avvocato Rosalba Vitale, legale di Niceta, alla vigilia dell’anniversario della morte di Rita Atria, la giovanissima testimone di giustizia che si uccise il 26 luglio 1992, una settimana dopo l’omicidio del magistrato Paolo Borsellino, a cui lei stessa si era affidata dopo che la mafia le aveva ucciso il padre e il fratello.

Per Niceta e famiglia la Commissione centrale ha deliberato il trasferimento in località protetta lo scorso 12 luglio, anche se il provvedimento è stato eseguito ieri.

“Angelo e la sua famiglia – afferma l’avvocato Vitale – si trovano nel luogo prefissato e le condizioni sembrano allo stato essere buone”. Va ricordato infatti che Niceta – per ottenere il cambio di programma da “collaboratore di giustizia” a ‘testimone” – ha fatto uno sciopero della fame durato oltre quaranta giorni che – secondo i medici – potrebbe avere effetti deleteri sull’organismo del paziente.

L’avvocato catanese Rosalba Vitale. Sopra: Angelo Niceta

“Siamo pienamente soddisfatti del risultato raggiunto – aggiunge Vitale – e riteniamo che la protezione per Angelo Niceta debba essere massima, considerato che ben quattro Procure, esaminati gli atti ed acquisiti gli ulteriori elementi di valutazione, hanno proposto l’ammissione ed espresso parere favorevole al programma di protezione in qualità di testimone di giustizia per il signor Niceta”

“Il caso – prosegue il legale – rimane senz’altro aperto fino alla definizione dell’iter. Attendiamo le opportune risposte scritte da parte dei due rami del parlamento per le interrogazioni a risposta scritta che sono state presentate (dall’onorevole della Sinistra italiana Ettore Palazzolo, da un gruppo di senatori del M5S, e dal senatore del Pd Giuseppe Lumia, ndr)”.

L’avvocato Vitale – attraverso il comunicato stampa diffuso pochi minuti fa – ricorda che “la petizione è ancora attiva”, nel senso che le oltre 30mila firme raccolte dal Comitato di cittadini per sensibilizzare le autorità preposte a dare a Niceta uno “status” adeguato alle sue testimonianze che sta rendendo al processo Trattativa, non vanno mandate al macero.

“Ringrazio – seguita Rosalba Vitale – il Comitato dei Cittadini e La Città Invisibile, tutti i volontari e i genitori che si sono mobilitati per Angelo Niceta, e soprattutto Angelo e i suoi familiari per il sacrificio che in nome della verità e della giustizia affrontano quotidianamente”.

Il Comitato dei Cittadini, dal canto suo – si legge nella nota – “prende atto con soddisfazione dell’evoluzione degli eventi nella giusta direzione del riconoscimento dello status di Testimone di giustizia per Angelo Niceta e dell’attivazione, benché tardiva, delle misure di protezione per lui e la sua famiglia”.

Rita Atria

“Vigileremo con la massima attenzione – si legge nel comunicato – affinché l’iter si concluda con la massima celerità nell’unico modo possibile, con la deliberazione definitiva da parte della Commissione centrale del ministero dell’Interno, e continueremo, in ogni caso, a chiedere alle istituzioni competenti spiegazioni circa le gravi inadempienze del passato”.

Intanto il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, annuncia che “il Senato approverà entro settembre la proposta di legge che riforma il sistema tutorio dei testimoni di giustizia”, di cui lui stesso è relatore in Senato. “Il dolore che provò Rita Atria – dice Lumia – deve costituire la sfida a fare di più e meglio per i testimoni di giustizia che sono una risorsa importantissima nella lotta alle mafie”.

Lo stesso Lumia chiarisce che “spesso lo Stato non è stato capace di avere un rapporto all’altezza con i testimoni di giustizia”. Il testo adesso è all’esame della Commissione Giustizia del Senato, ed è già stato approvato all’unanimità dalla Camera.

Luciano Mirone