Il festival dell’ambiguità e delle bugie. Ecco quello che emerge da questa inchiesta in dieci puntate sulla farmacia comunale che l’Amministrazione municipale di Belpasso ha perso il 30 Ottobre 2014 nascondendo per parecchi mesi una circostanza che manda in fumo un guadagno fra i 300 e i 400mila Euro l’anno, un’occasione irripetibile per creare nuovi posti di lavoro e un servizio più conveniente per l’utenza rispetto a quello privato.

E meno male che la circostanza è saltata fuori per l’interrogazione presentata all’Ars dal deputato regionale Alfio Papale, per un manifesto pubblico affisso dall’opposizione consiliare – Forza Italia e “Movimento La direzione giusta” – e per le successive denunce della sezione del Pd locale. Sennò probabilmente il “caso farmacia” sarebbe rimasto sepolto per sempre sotto una coltre di sabbia.

Solista indiscutibile, il sindaco Carlo Caputo. Coro d’accompagnamento, la Giunta e la maggioranza consiliare, la quale su una questione così controversa, così opaca, così clamorosa respinge perfino la proposta dell’opposizione di istituire una Commissione consiliare d’inchiesta finalizzata – si legge – “a far luce sulla questione, individuando eventuali responsabilità politiche all’interno del nostro Ente; ad avere un confronto con i dirigenti della Regione; a prendere in analisi anche i fatti avvenuti negli altri tre Comuni dell’hinterland; a portare il caso all’attenzione del ministero della Sanità”.

Il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo. Sopra: l’insegna di una farmacia comunale

Motivo della bocciatura: c’è stata una seduta straordinaria di Consiglio comunale sull’argomento, e poi  l’Amministrazione ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, quindi non è il caso di aprire un’altra inchiesta.

Stesso copione di qualche tempo prima, quando la maggioranza (su input del sindaco) aveva bocciato la proposta del consigliere di opposizione Nino Prezzavento di attivarsi immediatamente presso la Regione per cercare di salvare in extremis la farmacia: “Abbiamo presentato un ricorso al Tar, lasciamo che la giustizia faccia il suo corso”. Infatti… la giustizia ha fatto il suo corso e questo è il risultato: sentenza sfavorevole al Comune e lo stesso Tribunale amministrativo che parla esplicitamente di un ricorso in cui l’Amministrazione belpassese non ha depositato alcun atto significativo per vincere. Con l’aggravante del mancato appello.

Ora si aspetta l’esito dell’esposto in procura, ma sulla storia di questo documento circolano strane voci. Dunque consentiteci di porre una semplice domanda: è possibile sapere quando è stato depositato l’esposto?

In attesa di una risposta, possiamo dirlo che in un Paese normale almeno il sindaco e Giunta si sarebbero dimessi per l’incalcolabile danno procurato alla comunità? A tal proposito, presso la Corte dei Conti pende una denuncia presentata dal segretario del Pd di Belpasso, Nunzio Distefano.

Nel corso di questi mesi, su questo caso, l’Amministrazione comunale – in testa il sindaco – ha detto tutto e il contrario di tutto, peccato che nel corso di questa inchiesta in dieci puntate né Caputo, né il suo vice Giuseppe Zitelli, né il presidente del Consiglio comunale Salvo Licandri, né tantomeno i consiglieri comunali della maggioranza Daniele Motta e Santi Borzì (questi ultimi – ad onor del vero – battutisi strenuamente per accreditare le tesi del primo cittadino) hanno ritenuto di farsi intervistare o di smentire quello che abbiamo scritto. Solo qualche insulto di Caputo su facebook, sol perché ci siamo permessi di intervistare il suo ex Maestro di vita e di politica Alfio Papale (già sindaco di Belpasso e attuale deputato regionale di Forza Italia), diventato oggi il suo più acerrimo nemico, insulto infiacchitosi man mano che le puntate svelavano i punti oscuri della vicenda.

Il vice sindaco di Belpasso, Giuseppe Zitelli

A proposito di panzane: qualcuna è rimasta fuori da queste nove puntate e ve la raccontiamo ora. Belpasso – recitano in coro sindaco, assessori e consiglieri della maggioranza – ha perso la farmacia comunale per una sorta di “complotto” ordito della Regione, che contemporaneamente ha revocato altre tre sedi precedentemente autorizzate ad altrettanti comuni della provincia.

L’unica cosa vera è l’ultima frase (l’annullamento delle autorizzazioni ai tre comuni), il resto – in mancanza di elementi certi – va considerato un ulteriore modo per confondere le idee. Noi non sappiamo se sia esistito davvero un “piano” regionale per favorire – come dicono gli amministratori belpassesi, senza lo straccio di una prova – le farmacie private, sappiamo però che Belpasso ha fatto di tutto per perdere un’occasione d’oro: quello che è successo agli altri tre comuni non ci interessa. Ci interessa quello che è successo a Belpasso, di cui possediamo le carte.

Per corroborare la loro tesi, Caputo e company rincarano la dose contro la Regione, accusandola di “improvvisa efficienza” nell’assumere una decisione del genere, ma anche l’”improvvisa efficienza” regionale non giustifica il silenzio totale che il sindaco e gli altri amministratori hanno tenuto nei mesi (agosto-ottobre 2014) in cui avrebbero potuto salvare la farmacia. E in ogni caso, se gli Amministratori di Belpasso non hanno niente da temere, perché non hanno lasciato appurare tutto alla Commissione d’inchiesta?

Il fatto incredibile è che Caputo giustifica il suo silenzio nei confronti di Palermo dicendo che lui nell’agosto 2014 era assente dal Comune per motivi di salute (circostanza che qualche “malalingua politica” ha messo in dubbio, anticipando il periodo di degenza ai mesi primaverili, ma su questo non abbiamo elementi, quindi prendiamo per buono quanto dice il sindaco), ma non spiega che in mancanza del sindaco, un Comune va avanti attraverso il vice sindaco.

In quel caso a fare le veci del primo cittadino avrebbe dovuto essere il suo vice. Dov’era Giuseppe Zitelli in quel periodo? Perché non ha mai detto una sola parola sulla vicenda? Doveva essere lui, in assenza del primo cittadino, a difendere gli interessi del Comune di Belpasso e a vigilare sugli uffici? L’ha fatto? Perché anche lui cerca i pretesti più disparati per non farsi intervistare?

In compenso, nel prossimo autunno, Zitelli si candiderà alle elezioni regionali. Il tentativo è duplice: rafforzare “i giovani al potere” ed estromettere definitivamente Papale dal sistema di potere locale. Della serie… ci mettiamo in proprio e non vogliamo più dominus, anche perché adesso “i padroni” siamo noi.

Dopodiché – come abbiamo visto nella scorsa puntata – Caputo tenta un’altra carta: scaricare le responsabilità sul dirigente del settore Urbanistica, accusandolo di non avergli passato le lettere spedite da Palermo, quindi tacciandolo di omissione. Un’accusa gravissima, che dovrebbe portare l’Amministrazione comunale allo svolgimento di una indagine interna – cosa annunciata dal sindaco, ma mai attuata – e nel caso di fondatezza, a una serie di provvedimenti, fra cui, spiegano gli esperti di Diritto amministrativo, potrebbe essere compreso il licenziamento. Il sindaco non solo non ha mai preso provvedimenti nei confronti del dirigente, ma gli ha pure affidato la stesura del Piano regolatore generale.

Questo può significare due cose: 1) o Caputo vuole mettere a tacere lo scandalo (ché di questo si tratta; anche perché, in caso di responsabilità del dirigente, per il primo cittadino o per il suo vice, potrebbe profilarsi il reato di “culpa in vigilando”); 2) oppure il dirigente ha fatto il proprio dovere passandogli diligentemente le carte, e l’omissione potrebbe averla fatta proprio il sindaco o chi per lui. E a quel punto l’esposto sul “Caso farmacia” che Caputo dice di aver inviato alla Procura della Repubblica di Catania potrebbe rivelarsi un boomerang. Ma noi siamo sempre in attesa: “quando” è stato depositato questo documento?

Sia nel caso dell’ipotesi 1, come nel caso dell’ipotesi 2 ci troviamo di fronte a una situazione incresciosa. Su cui il primo cittadino deve chiarire. Ecco perché su questa storia, concludiamo qui le dieci puntate, ma non ci fermeremo. Questa storia non può finire così.

Ma sulla “vicenda farmacia” ci sia consentita un’ultima domanda.

Il Comune di Belpasso – si legge nella sentenza del Tar Catania – affida la sua difesa all’avvocato Luca Ardizzone di Catania, il quale, nel corso del giudizio, contesta l’assegnazione della sede farmaceutica (nel frattempo diventata privata) alla dottoressa Eleonora Zahami. Quest’ultima viene difesa dagli avvocati Andrea Scuderi e Rosario Calanni Fraccono di Catania. E’ solo un caso che sia l’Avv. Luca Ardizzone (che difende il Comune) sia l’Avv. Andrea Scuderi (che difende la dottoressa Zahami, “avversaria” del Comune) hanno lo studio nello stesso edificio? E’ solo un caso che l’avvocato Luca Ardizzone, in un curriculum presente su internet, nel mese di marzo 2015 (il ricorso del Comune di Belpasso è stato presentato nel mese di gennaio 2015) dichiari, quale recapito telefonico, lo stesso numero di telefono dell’Avv. Andrea Scuderi? E’ solo un caso che, in ricorsi precedenti e successivi a quello del Comune di Belpasso, l’Avv. Luca Ardizzone era co-difensore con l’Avv. Andrea Scuderi?

Luciano Mirone

10^ Puntata. Fine