Doppio anniversario per il Teatro Massimo di Palermo, che compie 120 di vita e che ricorda i 20 anni dalla sua riapertura. E lo fa con sobrietà, nel segno della concretezza dei risultati raggiunti, come ha ricordato il Sovrintendente Francesco Giambrone durante la presentazione alla stampa delle iniziative in programma. “Perché la cosa più importante – ha spiegato – è regalare alla città i nuovi lavori di restauro del Teatro attesi da tempo e finanziati grazie ai fondi del Patto per Palermo”. Inaugurato il 16 maggio 1897 con il Falstaff, estremo capolavoro di Verdi, il Massimo è stato al centro della vita culturale e mondana nazionale e internazionale con grandi produzioni e grandi interpreti succedutisi su uno dei palcoscenici più prestigiosi fino alla sua chiusura nel 1974 per lavori di ristrutturazione. Le stagioni, altrettanto importanti, proseguirono al Politeama, ma non fu più lo stesso. Fino al 12 maggio 1997 quando, grazie all’impegno del sindaco Leoluca Orlando, dell’allora sovrintendente Attilio Orlando, del direttore artistico Marco Betta e del pubblicitario Ferruccio Barbera, il teatro venne riaperto con un memorabile concerto dell’Orchestra del Massimo, diretta da Franco Mannino, e l’esecuzione della prima e della terza di Brahms con Claudio Abbado sul podio dei suoi amati Berliner Philharmoniker. Subito dopo il 16 maggio (per i 100 anni dell’apertura), i complessi artistici del Teatro furono nuovamente impegnati con una sinfonia dal titolo significativo: Sinfonia n. 2 in Do min. “Resurrezione” di Gustava Mahler, direttore John Neschling.

L’interno del Teatro Massimo di Palermo. Sopra: l’esterno

Pagina musicale monumentale e complessa che, dopo 20 anni, il prossimo 12 maggio alle 20:30, sarà diretta da Gabriele Ferro, soprano Rachel Harnisch, mezzosoprano Marianna Pizzolato, che porta alto nel mondo il nome della Sicilia, Orchestra e Coro del Massimo. Per il ventennale della riapertura si sono mobilitati anche gli Amici del Teatro Massimo che, grazie alla competenza e al lavoro dell’architetto Gloria Martellucci, hanno organizzato nella Sala Pompeiana una mostra di costumi, figurini e fotografie, dal titolo “Artisti e artigiani di eccellenza”.
L’inaugurazione è in calendario l’11 maggio. Saranno esposti i più bei costumi realizzati nell’ultimo ventennio, i più importanti figurini conservati nella biblioteca del teatro e le foto più significative delle ultime produzioni. La sapienza artigianale della sartoria è uno dei fiori all’occhiello del teatro. Nel tempo i suoi sarti hanno saputo modellare e dare corpo ad abiti meravigliosi ideati da artisti come Casorati, Afro, Guttuso, Scialoja, Luzzati, costumisti come Squarciapino, Tosi, Zeffirelli, Donati e Zito.
Infine il progetto più importante: i nuovi lavori di restauro. Si procederà senza interrompere la produzione e riservando gli interventi più pesanti per i mesi estivi. Il teatro non chiuderà, assicurano il sindaco e il Sovrintendente.
Si procederà a cantiere aperto, come avvenne vent’anni fa, dopo la riapertura. Sono 7 progetti per un valore di circa 20 milioni di euro, finanziati in gran parte col Patto con il Sud. Il programma di interventi interesserà il restauro degli stucchi e degli affreschi, le coperture in foglia di rame di cupole e palcoscenico, il pronao e le decorazioni dell’ingresso, della Sala degli specchi e i decori lignei della sala grande.
L’intervento più consistente, 5 milioni e 847 mila euro, è quello tecnologico. I cantieri stanno per partire, i lavori si concluderanno fra il 2021 e il 2023. La stazione appaltante è il Comune. “L’amore per la musica e l’opera è l’elemento che ci unisce tutti. Da sindaco – ha detto Leoluca Orlando – il Teatro mi è caro, perché da quando si è riaperto è cessata la mia marcia solitaria per il risveglio della città”. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche Gabriele Ferro, il vice sindaco Emilio Arcuri con delega ai Lavori pubblici, che illustrato il piano di interventi di restauro, e l’assessore alla cultura Andrea Cusumano.

Ansa