È una storia siciliana. Belpasso perde la farmacia comunale e il sindaco Carlo Caputo grida al complotto. Peccato, perché una struttura del genere avrebbe consentito un introito annuo di centinaia di migliaia di Euro e l’offerta di un servizio economicamente più conveniente rispetto a quello dato dai privati. Tutto in fumo. Colpa della Regione Siciliana – secondo il sindaco – e di un fantomatico dirigente comunale che il primo cittadino di Belpasso si guarda bene dal nominare.

Insomma, in questo centro di 27mila in provincia di Catania è successo un pasticcio che penalizzerà un Comune gravato dai debiti, malgrado gli introiti provenienti dalla zona industriale, dal parco dei divertimenti Etnaland e da uno dei centri commerciali più grandi d’Europa (Etnapolis).

Prima di addentrarci nei fatti, va sottolineato che questo giornale – per pluralismo dell’informazione – ha contattato per delle interviste il sindaco Caputo, il deputato regionale Alfio Papale, il presidente del Consiglio comunale Salvo Licandri, il predecessore di quest’ultimo, Antonino Rapisarda; i consiglieri comunali Nino Prezzavento e Daniele Motta, e altri intende contattare nei prossimi giorni. Il sindaco e il consigliere Motta hanno ritenuto di declinare l’invito, anzi, quest’ultimo ha dichiarato di non “essere interessato ad un’intervista”.

Il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo. Sopra: l’insegna di una farmacia comunale

Ma vediamo i fatti.

È il 12 marzo 2009 quando – sindaco Alfio Papale; vice sindaco proprio Carlo Caputo – la Regione Siciliana concede al Comune di Belpasso la titolarità della sesta farmacia. Le cinque già esistenti sono private: una sede farmaceutica comunale rappresenta una “svolta” per la cittadina etnea. Sì, perché da queste parti la parola “farmacia” è causa di forti mal di pancia all’interno del Palazzo comunale.

Facciamo un passo indietro. Negli anni Novanta la giunta di “sinistra” guidata da Saro Spina, con l’assessore alla Cultura Margherita Francalanza (proprietaria di farmacia), fu oggetto di aspre critiche da parte dell’opposizione, perché il progetto di un’altra farmacia – in quel caso la quinta, individuata nel quartiere nord di Borrello, che ne era sprovvisto – naufragò misteriosamente malgrado le denunce e le accuse contro l’Amministrazione di allora, specie, appunto, contro l’ex assessore. La querelle all’epoca fece scalpore, soprattutto quando la giunta “rossa” revocò improvvisamente il progetto redatto dalle precedenti Amministrazioni e con un colpo di penna stravolse tutto: quinta farmacia non più a Borrello, ma in un luogo impervio e non collegato da rete viaria. Il progetto ovviamente andò in fumo e di quinta farmacia a Borrello non si sarebbe più parlato per molti anni, almeno fino a quando la “sinistra” avrebbe concluso i dieci anni di sindacatura Spina. Dopo si farà. Nel frattempo l’assessore Francalanza sarebbe stata sostituita in politica dal figlio Giuseppe Aiello, che per molti anni ricoprirà la carica di consigliere comunale del Pd, distinguendosi per un modo “disinvolto” di gestire le vicende politiche, ma questa è un’altra storia che fa parte del colore e del “contesto” locale.

Ma torniamo al presente.

Dopo l’istituzione della quinta farmacia a Borrello, con il forte incremento demografico registrato a Belpasso negli ultimi decenni, si rende necessaria l’istituzione di una sesta struttura, stavolta nella zona a sud della città.

Dopo l’autorizzazione della farmacia comunale ottenuta nel 2009, Caputo nel 2013 vince le elezioni e sostituisce Papale.

Il municipio di Belpasso

L’1 agosto 2014 l’assessorato regionale alla Sanità, con una nota indirizzata al sindaco Caputo, chiede di “essere informata sugli atti posti in essere dal Comune di Belpasso per l’apertura della sesta sede farmaceutica”. Il sindaco non risponde.

29 agosto 2014. La Regione invia una nuova nota comunicando al primo cittadino “l’avvio del procedimento di decadenza della sesta farmacia”, dato che in cinque anni è stato fatto poco, con l’aggravante che la nota spedita ventotto giorni prima non ha sortito alcun riscontro. Al cospetto di un avvertimento del genere, l’Amministrazione comunale non risponde neanche stavolta. Caputo dichiara di non essere stato nel pieno delle sue facoltà fisiche per un ricovero in ospedale di diversi giorni. Fatto sta che né il vice sindaco, né altri amministratori ritengono di fare qualcosa – compresa una trasferta all’assessorato regionale alla Sanità – per scongiurare il rischio della revoca.

06 ottobre 2014. Altra nota della Regione siciliana. Il dirigente dell’assessorato alla Sanità dichiara di “aver concluso la fase di avvio del procedimento di decadenza per il Comune di Belpasso della titolarità della sesta sede farmaceutica”. Come dire: siamo in “fase di avvio”, ma se vi impegnate, forse, siete in tempo per rimediare. Silenzio anche stavolta.

30 ottobre 2014. “Per ripristinare la legalità violata” (così si legge), la Regione siciliana con DDG n. 1825/2014 revoca ufficialmente la titolarità della sesta sede farmaceutica al Comune di Belpasso, che adesso, dichiarata vacante, viene posta ai privati.

Malgrado i tre mesi trascorsi dalla lettera dell’1 agosto, Caputo (uscito da tempo dall’ospedale dove dichiarava di essere stato ricoverato) tiene coerentemente la linea del silenzio, sia con la Regione, sia con i suoi cittadini, che di questa controversia, in quel momento, sono all’oscuro.

Passa il 2014 senza che su questo argomento si muova foglia. All’inizio del nuovo anno il primo cittadino viene folgorato sulla via della… farmacia comunale, e finalmente capisce di aver perso un’occasione unica, irripetibile, per risanare un deficit che in oltre quindici anni di politica (come consigliere di maggioranza, assessore, vice sindaco e sindaco) ha contribuito a creare. Presenta un ricorso al Tar e perde.

Dopodiché succede un altro fatto surreale. Nel luglio 2015 (nove mesi dopo la perdita della struttura comunale) salta fuori “uno studio” del Comune di Belpasso, che riguarda una “stima” sul valore di una ipotetica farmacia da allocare nelle contrade Astrel, Giaconia, Palazzolo, Villaggi del Pino e delle Ginestre. “Piccolo” particolare: le prime tre contrade (limitrofe fra loro) distano dai Villaggi del Pino e delle Ginestre circa quattro chilometri. In quale posizione si debba ubicare la fantomatica farmacia non è dato sapere, così come appare misterioso il motivo per il quale viene effettuata questa “stima”, dato che l’Amministrazione ha appena perso la farmacia comunale. Il funzionario comunica che una struttura del genere – per i 3mila residenti di queste contrade – vale 330mila Euro. Ma anche questa è un’altra storia. Nel frattempo la sesta farmacia viene aperta, ma è privata, come le altre cinque.

Contemporaneamente l’ex sindaco di Belpasso Alfio Papale, oggi deputato di Forza Italia, ormai in guerra aperta con Caputo, dopo esserne stato per oltre dieci anni il nume tutelare, presenta una interrogazione alla Regione su questo argomento.

Solo nell’autunno del 2015 – quando il Pd di Belpasso denuncia pubblicamente il sindaco – i Belpassesi cominciano ad avere contezza del fatto.

La maggioranza consiliare che appoggia Caputo chiede una seduta “straordinaria” del Consiglio comunale per spiegare “i veri motivi” che hanno portato Palermo ad annullare l’autorizzazione. Secondo loro – sindaco compreso – le colpe sono della Regione e del funzionario comunale, di cui però si continua a non fare il nome. E siamo al 2 dicembre scorso. Una seduta nella quale affiorano diversi fatti interessanti.

Il 29 dicembre il Pd di Belpasso presenta un esposto alla Corte dei conti: viene ipotizzato un ingente danno erariale per le casse municipali. Il resto nelle prossime puntate.

Luciano Mirone

1^ puntata. Continua.