Invece di rispondere alle nostre domande, il sindaco di Belpasso passa al contrattacco scrivendo su facebook cose senza senso. Succede sempre quando non gradisce un’inchiesta che lo riguarda personalmente e che riguarda il suo modo singolare di amministrare. Stavolta Carlo Caputo – in merito alla nostra indagine sulla farmacia comunale che lui e la sua Amministrazione hanno miseramente perso per motivi ancora oscuri, privando sia i cittadini di un introito sicuro che avrebbe contribuito a ripianare il deficit comunale, sia i giovani laureati in Farmacia di un’occasione di lavoro – cerca di insinuare il dubbio che “querelato e querelante” si siano uniti per fregarlo. Il riferimento è a una querela per diffamazione che il deputato regionale Alfio Papale, ex sindaco di Belpasso, ha presentato cinque anni fa contro il sottoscritto. Il solito modo per sviare l’attenzione da un argomento per il quale egli – volente o nolente – ha il dovere di dare spiegazioni ai cittadini e alla stampa, sia a quella gli piace, sia a quella che non gli piace.

Nella sua esternazione “feisbucchiana” di ieri, Caputo tace il fatto di avere ricevuto una nostra proposta di una intervista attraverso un contatto con l’addetto stampa dell’Amministrazione comunale. A un suo primo diniego abbiamo insistito con un’altra richiesta, ponendogli addirittura sette domande per iscritto (che pubblichiamo alla fine di questa nota) alle quali Caputo avrebbe potuto rispondere come avrebbe voluto e senza essere incalzato dall’intervistatore. Niente da fare anche stavolta. Evidentemente il sindaco non gradisce, dimenticando il ruolo istituzionale che svolge.

Il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo. Sopra: un’immagine della cittadina etnea

Queste le domande che gli abbiamo posto, e che porremo come promemoria alla fine di ogni puntata sul caso della farmacia comunale di Belpasso.

1) Signor sindaco, lei dice che se un dirigente regionale scrive al sindaco di Belpasso, non è quest’ultimo che deve rispondere ma un dirigente del Comune. Ma il dirigente municipale, prima di dare la risposta al collega della Regione, non è obbligato a prendere disposizioni dalla figura istituzionalmente eletta dai cittadini, in questo caso il sindaco o comunque un rappresentante dell’Amministrazione comunale?

2) Signor sindaco, può fare il nome del dirigente comunale che le avrebbe nascosto le lettere della Regione sulla farmacia comunale?

3) Lei afferma che nell’agosto 2014, quando la Regione le ha spedito le prime due lettere, era ricoverato in ospedale. E’ possibile sapere dove e per quale patologia?

4) Risulta che la Regione siciliana abbia inviato altre due lettere al Comune di Belpasso nell’ottobre del 2014 (quando ormai lei era fuori dall’ospedale), sempre in merito alla procedura di revoca della farmacia comunale. Perché non è stata data risposta neanche in quel caso?

5) Perché, in assenza del sindaco, non ha provveduto il vice sindaco o un assessore a rispondere alla Regione?

6) Dato che lei dice che il Comune di Belpasso è stato scippato della farmacia da parte della Regione, perché non ha provveduto ad informare i cittadini in quel momento, invece di aspettare le denunce dell’opposizione diversi mesi dopo?

7) Nello scorso dicembre, in occasione del Consiglio comunale straordinario, lei, ritenendosi diffamato dal deputato regionale Alfio Papale (“C’è complicità fra alcuni organi regionali e alcuni Amministratori di Belpasso”), ha dichiarato di trasmettere gli atti sulla farmacia comunale alla Procura della Repubblica di Catania perché questa accertasse se vi fossero gli estremi della diffamazione. Lo ha fatto? Può dimostrarlo?

Luciano Mirone

3^ Puntata. Continua.