Poi dicono che a pensar male si fa peccato ma ogni tanto ci si azzecca. Il libro che Totò Cuffaro sta presentando in tutta la Sicilia, con bagni di folla da star, non c’entra nulla con la cultura e neanche con la condizione carceraria della quale nel volume si parla attraverso l’esperienza che l’ex governatore si è fatto a Rebibbia per favoreggiamento aggravato alla mafia.

La storiella della “cultura” e della “condizione carceraria” che molto garbatamente qualcuno ha cercato di propinarci, non c’entra nulla con la realtà: solo gli ingenui ci hanno creduto, e i finti ingenui hanno fatto finta di crederci. Alle presentazioni del libro di Cuffaro la scenetta è sempre la stessa: nella sala la gente applaude e ricorre al fazzoletto per asciugarsi le lacrime; nella saletta attigua i politici del centrodestra aspettano lui per un consiglio, o magari per una piccola riunione “fra amici”.

Basta leggere le cronache degli ultimi tempi – “Cuffaro grande sostenitore del candidato a sindaco di Palermo Fabrizio Ferrandelli” (ex Pd, oggi Forza Italia, recentemente finito sotto inchiesta per presunto voto di scambio con le cosche mafiose); “Totò Cuffaro unico personaggio in grado di ricompattare il centrodestra”, “Totò Cuffaro rianimatore del fu Popolo delle libertà” – per rendersi conto che il vero scopo di questi viaggi frenetici da Capo Peloro a Capo Lilybeo, non appaiono improntati sulla distribuzione del seme della cultura, ma su una strategia che ha scopi fin troppo ovvi per non essere veri. Specie se si pensa che siamo alla vigilia di due elezioni fondamentali per il futuro dell’Italia: le amministrative di giugno a Palermo, e le regionali d’autunno. E quindi bisogna “prepararsi”, magari rifacendo la Dc, che da queste parti non è mai morta.

Totò Cuffaro è l’unico in Sicilia in grado di ricompattare una coalizione andata in frantumi dopo la caduta di Berlusconi e dopo che due governatori sono finiti sotto i riflettori della magistratura per legami con Cosa nostra. A mettere paura ai partiti tradizionali, nel frattempo, è arrivato il Movimento 5 Stelle che alla Regione potrebbe dare sorprese a tutti.

Ecco perché, anche se Totò Vasa Vasa non potrà candidarsi per quella interdizione perpetua dai pubblici uffici decisa dai giudici, sarà lui a decidere i candidati, la linea politica, le alleanze del centrodestra.

Avevamo ragione quando dicevamo che Cuffaro merita tutto il rispetto umano per avere espiato la pena, ma non può essere accolto con tutti gli onori quando – sotto le mentite spoglie del messaggio “culturale” di un libro – cerca di sdoganare il “cuffarismo”, ovvero quella filosofia improntata su un clientelismo sfrenato e su situazioni scabrose con esponenti delle organizzazioni criminali?

Poniamo questa domanda a beneficio di coloro che ancora hanno dubbi sugli anni di Cuffaro alla Regione. Per comprendere i danni provocati dall’ex governatore ognuno è pregato di approfondire, per esempio, la vicenda degli Ato: quando sono nati, come sono nati, perché sono nati, chi hanno favorito, quali ingenti risorse hanno drenato ai Comuni siciliani tuttora in crisi soprattutto per questo. E magari presentare un altro libro su questo argomento.

Luciano Mirone