Il fulmine che colpisce l’edizione 2017 del Taormina Film Festival arriva alle 18 di ieri sotto forma di un comunicato Ansa: “Felice Laudadio e il suo gruppo di lavoro composto da Enrico Magrelli e Marco Spagnoli rinunciano all’organizzazione dell’edizione 2017 del Festival di Taormina, assegnato alla società siciliana Videobank”. Se non è un fulmine che incenerisce le ambizioni dei nuovi organizzatori, sicuramente non fa bene a uno dei festival cinematografici più prestigiosi del mondo, soprattutto per l’esiguo tempo a disposizione (l’evento si svolgerà dal 9 al 17 giugno).

Anche se il gruppo Videobank da 22 anni è abituato a fronteggiare le emergenze nel settore della comunicazione (settore gestito soprattutto dai privati), non avrà vita facile nell’affrontare un’emergenza in un settore (spettacolo e cultura, gestito soprattutto dalla politica, il che è tutto dire) nel quale è appena agli esordi.

Felice Laudadio. Sopra: uno scorcio del teatro antico di Taormina durante il Taofest

Il Festival di quest’anno, oltre a prevedere la proiezione dei film partecipanti a Palazzo dei congressi (che non si sa se sarà reso agibile per l’inizio del Festival), dovrebbe ospitare delle star internazionali di altissimo livello di cui ancora non sono stati comunicati i nomi. La rinuncia di Laudadio – se non fronteggiata adeguatamente e tempestivamente – rischia di destabilizzare degli equilibri che avevano nella direzione artistica un pilastro fondamentale.

“Le singolari circostanze verificatesi nelle ultime settimane – prosegue Laudadio – e la situazione di generale incertezza che avvolge il destino del festival impediscono, al momento, di restituire al pubblico e alla città di Taormina un evento internazionale degno di questo nome e all’altezza del suo grande passato”.

E qui l’ex direttore artistico del Taofest, parlando di “situazione di generale incertezza”, lancia la prima stoccata a chi, evidentemente, non è stato in grado di “restituire al pubblico e alla città di Taormina un evento internazionale degno di questo nome e all’altezza del suo grande passato”. A chi si riferisce Laudadio? Non crediamo che i suoi strali siano diretti a Videobank, che lo ha nominato, e con cui – ci risulta – che fino a ieri abbia avuto un dialogo di fattiva collaborazione. E allora? Laudadio, nella nota, parla di “estrema esiguità del tempo a disposizione”. Dunque il riferimento – seppure indiretto – sembra rivolto essenzialmente alla politica, che non è stata in grado di programmare nei tempi dovuti un evento così importante.

Perché? Qui si entra in un terreno minato, specie se si pensa – come ha dichiarato nei giorni scorsi Lino Chiechio, general manager di Videobank – che l’organizzazione delle ultime cinque edizioni “è stata data per affidamento diretto e non attraverso un bando di gara a una società”.

Tiziana Rocca

Quest’anno improvvisamente si è cambiato registro. Perché? Alla base c’è l’interrogazione di un consigliere comunale di Taormina, Eugenio Raneri, che nei mesi scorsi ha chiesto la rendicontazione dei finanziamenti pubblici e privati arrivati alla “Agnus Dei”, la società facente capo alla signora Tiziana Rocca, che fino allo scorso anno ha curato l’allestimento del Festival. Raneri, oltre ad avere denunciato la totale assenza di un bando di gara relativo all’ultimo quinquennio, ha chiesto all’Agenzia nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, e alla Commissione Antimafia dell’Ars, di verificare la “regolarità” di altre procedure legate all’organizzazione del Tao Fest.

Dopo le denunce del consigliere comunale taorminese viene istituito un regolare bando di gara con una commissione esaminatrice che, tra diverse offerte presentate, assegna la gestione del Taofest alla società Videobank di Belpasso (Ct), che evidentemente offre le maggiori garanzie economiche ed organizzative per la buona riuscita dell’evento. Questo succedeva solo poche settimane fa, mentre giugno ormai è alle porte.

Intanto la “Agnus Dei” di Tiziana Rocca – attraverso i mass media – scatena una guerra contro Videobank, non riconoscendo la legittimità del bando.

Ieri la rinuncia di Laudadio. Che nelle ultime righe del suo comunicato è amaro: “Tenuto anche conto dell’estrema esiguità del tempo a disposizione, Laudadio e i suoi collaboratori preferiscono ritirarsi, venute meno le condizioni necessarie irrinunciabili per la serietà e per l’impegno che un Festival come quello di Taormina richiedono”.

Luciano Mirone