“Abbiamo partorito il topolino: restringere l’ambito di sequestro degli elenchi a due regioni (Sicilia e Calabria, ndr) quando il raggio d’azione delle mafie è nazionale, con soggetti operanti stabilmente a Roma, è una limitazione che renderà monca l’indagine”.

A dirlo è il senatore Mario Michele Giarrusso (M5S), commentando la decisione assunta ieri dalla Commissione parlamentare Antimafia di chiedere alla Guardia di Finanza il sequestro degli elenchi degli iscritti alla massoneria in Calabria e in Sicilia.

“Si è evitato di prendere gli elenchi della Toscana – prosegue ironicamente Giarrusso – non sia mai si trovasse qualche nome molto conosciuto. È questa una scelta incomprensibile alla luce delle evidenze investigative in cui si trova traccia di rapporti tra massoneria e mafie che ha riguardato da tempo, per esempio, il traffico dei rifiuti in Toscana. La verità è che chiedendo il sequestro di tutti i nomi, si sarebbe aperto un vaso pandora che qualcuno vuole tenere chiuso, non sia mai possa esplodere”.

Redazione