Avrebbero guadagnato anche 1500 Euro al mese grazie ai gettoni di presenza accumulati fra sedute di Consigli comunali e commissioni consiliari, alle quali – secondo il presidente dei Gip Nunzio Sarprietro – trentaquattro consiglieri comunali di Catania e diciassette segretari di commissione sarebbero stati presenti “contemporaneamente e in modo anomalo e non conforme al vero, nello stesso giorno e alla stessa ora, in sedi distanti tra loro”.

Per questo la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per i presunti protagonisti dell’inchiesta “Gettonopoli” apertasi al Comune etneo per dei fatti verificatisi fra il 2014 e il 2015,  denunciati dal M5S nel corso di una conferenza stampa.

I reati ipotizzati sono truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Come si ricorderà, il 30 gennaio scorso, il presidente dell’Ufficio del Gip Nunzio Sarpietro, nel rigettare una richiesta di archiviazione presentata dalla Procura, aveva riformulato l’accusa con queste motivazioni. La posizione degli indagati adesso verrà vagliata in udienza preliminare dal Gup di Catania Fabio Digiacomo Barbagallo.

Lo stesso Sarpietro – accogliendo la richiesta di archiviazione solamente per due consiglieri comunali e tre segretari di commissione – a gennaio aveva parlato di “turbinio partecipativo dei consiglieri”, impegnati in una «affannosa corsa contro il tempo” con l’obiettivo di “procacciarsi un sostanzioso stipendio mensile di circa 1500 euro netti, in aggiunta ai compensi loro spettanti”, nel contesto di “un desolante quadro di illegalità diffusa all’interno del quale i consiglieri e gli impiegati interessati si muovevano con totale disprezzo dei principi che regolano la materia, in un’ottica clientelare illecita ed ai limiti dell’arroganza”. Secondo il Gip “era stata creata una sorta di paludosa e confusa piattaforma amministrativa dove tutto era permesso e gli illeciti comportamenti sembrano costituire un normale incedere automatico nell’interesse non della Cosa pubblica, bensì dei singoli consiglieri indagati, protesi al raggiungimento di un fine economico del tutto personalistico”.

Angelo Conti