Se dopo appena dodici giorni dal suo insediamento, Donald Trump ha scatenato così tante proteste in tutto il mondo, non osiamo immaginare cosa sarà capace di fare nei prossimi quattro anni. Aveva ragione la Clinton: “Trump è un pericolo per l’America”. E Obama: “Trump non può avere i codici d’accesso alla bomba atomica”. Pochi si aspettavano l’epilogo della sua vittoria, e invece è successo l’imponderabile, anche a causa di un sistema elettorale che ha penalizzato chi ha ottenuto “appena” tre milioni di voti in più. Comunque… il dado è tratto e questo strano personaggio che odia chi è diverso da lui (i musulmani, gli immigrati, i deboli della società), che sta smantellando il sistema sanitario per i poveri voluto da Obama, che vuole fare del suo Paese un forte blindato di cemento armato,  che vuole rinnegare l’accordo sul clima siglato nel 2015 dal suo predecessore assieme ad altri centonovantacinque Capi di Stato, è il presidente della più grossa potenza economica e militare del mondo.

Hillary Clinton. Sopra: Donald Trump

Appunto per questo non possiamo pensare che – a meno di una prodigiosa illuminazione del Signore che lo faccia rinsavire – questo tizio durerà quattro anni alla Casa Bianca. Non può.

Siamo d’accordo con la profezia del grande regista americano Michael Moore: “O Trump si dimetterà o subirà la messa in stato d’accusa del presidente”. Molti ancora non riescono a prevedere questo scenario, ma non crediamo che una previsione del genere non sia inverosimile.

L’America – nel bene e nel male – è un Paese che, più degli altri, è sotto gli occhi del mondo: il suo presidente, attraverso la televisione, entra ogni giorno nelle case di milioni di persone sparse in tutto il mondo, e queste, dopo appena tre settimane, cominciano a non tollerarne la spocchia, le idee, l’arroganza, gli eccessi. Un’altra parte di opinione pubblica vede in lui il nuovo messia che dovrebbe creare il nuovo ordine mondiale. Assieme a Capi di Stato più reazionari, più razzisti, più xenofobi.

Michael Moore

Se il disegno dovesse riuscire si prevedono tempi tristi. Non crediamo che il mondo possa sopportare situazioni più dirompenti di quelle esistenti. Con Trump temiamo che si possa oltrepassare abbondantemente il limite. E questo non possiamo permettercelo.

Luciano Mirone