Mentre proseguono le indagini nei confronti della talpa del Palazzo di giustizia che, avvalendosi dell’amicizia di un cancelliere, avrebbe fornito notizie sul clan di Picanello, a Catania, si chiude il cerchio attorno alla stessa banda che per conto della Famiglia Santapaola-Ercolano deteneva delle armi e dei grossi quantitativi di droga (soprattutto marijuana, ma anche cocaina) con cui approvvigionava i pusher della città e della Sicilia orientale.

I carabinieri del Comando provinciale di Catania sono riusciti ad assicurare alla giustizia altri sei indagati sottrattisi inizialmente alla cattura, nell’ambito dell’operazione Orfeo: Antonio D’Arrigo (41 anni), Roberto Illuminato (66), Antonino Alecci (55), Giovanni Comis (54), Alfio Cardillo (51), Lucio Sentina (48).

Il primo colpo gli investigatori – coordinati dalla Procura della Repubblica di Catania – lo avevano inferto lo scorso 27 gennaio, arrestando 13 presunti affiliati ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso. Oggi è stata completata l’opera

Il provvedimento restrittivo – disposto dal Gip del Tribunale di Catania – trae origine da un’indagine condotta dai carabinieri dal marzo del 2013 al dicembre del 2014, quando sono state monitorate le attività del sodalizio criminale e dei suoi associati, proseguita sino al gennaio 2016 con l’acquisizione delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Secondo numerosi pentiti, tra cui Santo La Causa, il “Gruppo di Picanello” ancora riconducibile ai detenuti Calogero “Carletto” Campanella e ai fratelli Salvatore e Venerando Cristaldi, sarebbe “la roccaforte dei Santapaola”. Non a caso il primogenito di quest’ultimo, Vincenzo, nel suo periodo di libertà, aveva scelto proprio il quartiere di Picanello per stabilirvi la propria residenza.

Dalle telecamere piazzate dai carabinieri è emerso che, pochi giorni prima della Pasqua del 2014, come da prassi mafiosa, vi è stata la distribuzione, da parte dei vertici dell’organizzazione, di più di 60 uova pasquali agli affiliati al “Gruppo di Picanello” (così come avviene in molte aziende private che, ancor oggi, nei periodi festivi, sono solite distribuire ai propri dipendenti premi o regali in aggiunta alla normale retribuzione).  Nel corso dell’attività investigativa, a riscontro dei dati pervenuti dalle attività d’intercettazione, i carabinieri hanno arrestato in flagranza di reato sei persone, responsabili di detenzione illegale di armi e di notevoli quantitativi di sostanze stupefacenti.

In particolare il 7 aprile 2014 sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di oltre un chilo di marijuana tre giovani di Niscemi (Caltanissetta) giunti a Picanello per rifornirsi dello stupefacente presso il domicilio di uno degli indagati.

Il 26 giugno 2014 è stato arrestato Giuseppe Petralia, 37 anni, per detenzione illegale di una pistola e per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, poiché trovato in possesso di 50 grammi di cocaina, di un bilancino di precisione e di materiale utile per il confezionamento.

Il 15 ottobre 2014 i carabinieri hanno arrestato i suoceri di uno degli indagati per detenzione illegale di armi poiché trovati, a seguito di una perquisizione domiciliare, in possesso di un fucile a canne mozze cal.16 e di un giubbetto antiproiettile.

Angelo Conti