Catania. “No alla recente riforma della magistratura di pace”. Mario Seminara, presidente distrettuale dell’Unione Nazionale Giudici di Pace,  non usa mezzi termini durante il suo breve intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Così come denunciato durante la cerimonia del precedente anno giudiziario, Seminara spiega i motivi del suo disappunto nei confronti di questa riforma che ha costretto i giudici di pace a ripetuti scioperi: “La riforma crea una nuova, unica, figura di ‘giudice onorario di pace’,  abbattendo verso il basso le relative condizioni giuridiche. In particolare, la temporaneità degli incarichi, l’aleatorietà del trattamento indennitario, l’assenza di una vera tutela previdenziale (peraltro integralmente posta a carico del magistrato), l’assenza di tutela della salute in caso di infortunio o malattia, sono trattamenti che ledono i più elementari diritti di lavoro stabiliti dalla Costituzione e dalle principali istituzioni europee”.

“In particolare – rileva Seminara – è stata conferita una delega in bianco al Governo sulla determinazione dei compensi dei magistrati onorari, vincolandola agli attuali stanziamenti di bilancio, del tutto inadeguati”.

A peggiorare la situazione si è  aggiunto anche il decreto legislativo del 31 maggio 2016 che ha abbassato ulteriormente il limite di età dei giudici di pace e di tutti gli altri magistrati onorari in servizio portandolo a 68 anni. “Questo  – dice Seminara – ha prodotto una sensibile riduzione dell’organico, aggravio di lavoro per i giudici rimasti in servizio e conseguenti lungaggini. Senza trascurare che già il giorno successivo al decreto, i giudici che avevano compiuto 68 anni hanno cessato immediatamente l’incarico, in violazione della sentenza della Corte di giustizia europea del 6 novembre 2012”.

lo stesso decreto non riconosce, da subito, i quattro mandati quadriennali previsti dalla riforma, restando incerta, allo stato, l’effettiva attuazione della delega conferita.

“In conclusione – chiude il suo intervento Seminara – malgrado gli impegni assunti nel corso degli incontri avuti, è stata approvata una riforma della magistratura onoraria che va esattamente nella direzione opposta. Per tali ragioni, l’Unione Nazionale dei Giudici di pace, con adesione di altre associazioni, ha deciso la proclamazione dello sciopero nazionale iniziato il 26 gennaio e conclusosi ieri,uno sciopero finalizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica a tutela non solo dei giudici di pace, ma finalizzata ad assicurare ai cittadini i loro inviolabili diritti”.

Rosalba Mazza