La notizia del giorno arriva ieri alle sette e venti della sera attraverso un lancio dell’agenzia giornalistica Ansa. Cinque righe cinque che nessuno – a meno di nostre colpose distrazioni – si è filato neanche con una flash: “Rapina sventata questa sera a Palermo da un giovane migrante”.

Una notizia macinata da un sacco di altri eventi e derubricata fra quelle ordinarie, una notizia che alla fine viene stracciata dalla distrazione di massa e si disperde fra i tanti fatti minori.

Ma se un “nero” sventa una rapina il discorso cambia. Cambia perché se è vero che c’è un immaginario collettivo portato a pensare che i “neri” (tutti i “neri”)  sono terroristi, ladri, stupratori, rapinatori, bugiardi, eccetera eccetera eccetera, e quindi assolutamente incapaci di compiere gesti del genere, che piaccia o no, questa è una notizia.

La notizia – ti spiegano quando per la prima volta frequenti la redazione di un giornale –  è quella cosa che deve incuriosire il lettore, più è anomala e più incuriosisce, più è singolare più rompe il luogo comune, e quindi è notizia.

Il classico esempio che ti fanno – sempre in questa ipotetica redazione – è sempre uno: se un cane morde un uomo non è una notizia, ma se un uomo morde un cane lo è. Ieri sera, secondo noi, è successo questo. La notizia c’è. E c’è nella misura in cui nel nostro Paese c’è una parte sempre più crescente di opinione pubblica convinta che gli extracomunitari siano capaci solo di delinquere.

Ecco allora che una notizia del genere è anomala, quindi non solo va data, ma va gestita come merita. Non per creare un eroe, ma perché questa storia manda in frantumi certi luoghi comuni che stiamo interiorizzando giorno per giorno. Una notizia così merita molto E ci auguriamo che oggi ci facciano almeno un servizio. Sarebbe bello se la Rai nazionale aprisse con questo. Qualche testimone presente ieri sera, e poi lui, il protagonista: da dove viene, come è arrivato in Italia, dove vive, come vive, come si trova, che lavoro fa, perché ha fatto un gesto del genere? Saremmo andati in una delle tante stamberghe palermitane dove risiede il signore e avremmo intervistato i suoi amici. Alla fine avremmo fatto un inevitabile appello ai politici: perché non cercate di aiutarlo con un lavoro dignitoso? In fondo ha fatto una cosa bella. Oggi vediamo se qualcuno ne parla. Aspettiamo speranzosi.

Luciano Mirone