Il candidato sindaco di Palermo Fabrizio Ferrandelli rompe il silenzio e attraverso una conferenza stampa chiarisce il suo punto di vista in merito all’accusa di voto di scambio politico-mafioso che gli è stata rivolta dai magistrati della Procura, in seguito alle dichiarazioni del pentito Giuseppe Tantillo, ex boss del quartiere Borgo Vecchio, il quale ha detto ai magistrati che Ferrandelli gli avrebbe chiesto – mediante il pagamento di una somma in danaro nel corso delle elezioni comunali del 2012 – di far confluire i voti del rione su di lui, che in quella occasione si candidò a sindaco, sfidando Leoluca Orlando che poi risultò vincitore.

Oggi l’ex deputato regionale del Pd – dopo avere rotto col suo partito – si ricandida con la lista civica “I coraggiosi”, incassando l’appoggio di Gianfranco Miccichè di Forza Italia e probabilmente di parti consistenti del centrodestra palermitano, specie dopo gli attestati di stima giunti dall’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro, che da poco ha finito di scontare sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa.

“Il pentito Tantillo – afferma Ferrandelli – ha detto che ho comprato cento voti per le comunali al prezzo di quattromila euro, un’accusa assurda perché per essere sindaco ce ne vogliono 160 mila”.

Dopodiché parla del suo risultato del 2012 in quel rione: “Tra l’altro al Borgo ho ottenuto un risultato molto deludente”.

Quindi una stoccata la riserva al suo ex avversario Leoluca Orlando, col quale si misurerà in quest’altra elezione prevista per la prossima primavera: “Il mio competitor, in quel territorio, prese il 225 per cento rispetto a me. E il dato è stato omogeneo su tutta Palermo”. Quindi…

“Ha del grottesco – aggiunge – il mio eventuale ritorno da Tantillo per le regionali. A fronte di quel riscontro elettorale al Borgo per le comunali, come avrei potuto andare di nuovo da Tantillo? Questo fa capire che tutte le accuse sono folli e senza senso”.

Poi precisa di non aver mai parlato di “inchieste a orologeria”, perché “ho rispetto per il lavoro dei magistrati e delle istituzioni in generale”.

“Mi auguro – prosegue – che non ci sia correlazione tra le dichiarazioni di Cuffaro e l’inchiesta giudiziaria. Non trovo nulla di strano se mi ha elogiato. Dal punto di vista politico mi può fare solo piacere ricevere attestati di stima. Poi ricordo che Cardinale, cuffariano, ha sostenuto Orlando”.

Il merito al sostegno di Forza Italia aggiunge che non sarebbe il caso, alle prossime elezioni, di presentare dei simboli di partito: “Ho sempre detto che non avrei avuto né padrini né padroni. Ho chiesto a chi mi vuole appoggiare  di sottoscrivere il programma che abbiamo scritto davvero per le strade, ascoltando i cittadini”.

“La politica – seguita Ferrandelli – si compone di alleanze e io questa competizione elettorale la voglio vincere. Non sono qui per partecipare. Tutti sono invitati al dialogo perché sono il candidato di tutti. Se mi fossi voluto schierare solo da una parte, mi sarei messo dietro un simbolo. Non ci sarà alcun simbolo di Forza Italia, né di altri”.

Luciano Mirone