L’auspicato “dialogo” fra cittadini e istituzioni sull’inceneritore progettato nel territorio di Motta Sant’Anastasia (Ct) ci sarà. E sarà intenso, dato che per la prima volta cittadini e istituzioni (a cominciare dal sindaco di Motta, Anastasio Carrà, promotore del progetto, che relazionerà sull’argomento) si confronteranno.

La manifestazione, prevista per domani, sabato 14 gennaio alle 17,30 presso l’auditorium dell’Istituto comprensivo “D’Annunzio” di Motta Sant’Anastasia, è organizzata dal Patto del fiume Simeto, e avrà come tema: “Gestione dei rifiuti. Il ruolo della Regione, delle istituzioni locali, delle comunità. Il progetto inceneritore di Motta Sant’Anastasia”.

A parte il primo cittadino di Motta, interverranno i sindaci di Paternò, Mauro Mangano (portavoce del Patto), e degli altri centri della Valle del Simeto, che ricadono nel progetto (Adrano, Biancavilla, Belpasso, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Troina, Centuripe e Regalbuto).

L’incontro vedrà inoltre la partecipazione di autorevoli esperti del mondo universitario, del mondo associativo e del mondo ambientalista. Prevista la presenza di David Mascali, rappresentante del Presidio del Patto; di Silvana Ranza, presidente del Presidio; di Santo Gulisano, esponente dell’associazione “No discarica”; dei docenti universitari Aurelio Angelini (Palermo), Beniamino Ginatempo (Messina) e Paolo Guarnaccia (Catania),  che approfondiranno gli aspetti normativi, tecnici e socio economici.

La locandina della manifestazione di sabato a Motta Sant’Anastasia. Sopra: uno scorcio della Valle del Simeto

Un evento molto atteso quello di sabato che coinvolgerà parecchie persone della Valle, come è successo nel 2002 a Paternò e Adrano, quando due società multinazionali – con l’auspicio dei governi nazionale e regionale, rispettivamente Berlusconi e Cuffaro, e delle giunte comunali – stava avviando le procedure per realizzare due analoghi progetti nella Valle del Simeto. Fu grazie alla mobilitazione dei cittadini che il programma di incenerimento non andò in porto. Quel movimento spontaneo prese il nome di associazione “Vivi Simeto”. E non si disperse neanche dopo questa battaglia.

“Da movimento ‘contro’ vogliamo diventare un movimento ‘per’, dissero i primi componenti (da ricordare Graziella Ligresti, ex sindaco di Paternò e attuale presidente del Patto per il Simeto; Luigi Puglisi, Salvatore Asero, Chiara Longo, Salvatore Maurici e tanti altri).

“Per” la valorizzazione della Valle, dei suoi castelli, delle sue acque, delle sue salinelle (i conetti vulcanici che entrano in attività quando l’Etna è in eruzione), delle due biodiversità, delle sue tradizioni popolari.

Nel giro di pochi anni l’associazione ha registrato un numero di adesioni assolutamente imprevisto, e – grazie anche al supporto dei professori universitari Filippo Gravagno e Laura Saja – ha allargato la sfera di competenza nei comuni attraversati dal Simeto.

Adesso la popolazione si accinge a fare quest’altra lotta, ma stavolta, rispetto al 2002, le forze in campo sono diverse: a Roma e a Palermo non pare che ci siano le condizioni di allora, e a livello territoriale c’è una consapevolezza maggiore .

Luciano Mirone