Circa 1400 firme raccolte in un giorno e mezzo, volantinaggi, incontri nelle scuole con genitori, alunni ed insegnanti per sensibilizzarli al problema dell’incenerimento dei rifiuti, mobilitazione per il prossimo Consiglio comunale di Motta Sant’Anastasia (Catania) dove si deciderà se oltre 460mila ettari di terreno dovranno continuare ad essere coltivati ad agrumeto, oppure se dovranno servire per allocare un mega inceneritore che, secondo gli oppositori, brucerà circa 700mila tonnellate di rifiuti l’anno.
Questa la strategia messa a punto delle associazioni della Valle del Simeto che si oppongono alla realizzazione dell’impianto che la società svizzera Nexxus vorrebbe costruire in un ampio territorio fra Motta Sant’Anastasia (sotto cui ricade formalmente il terreno), Belpasso e Misterbianco.
Nel corso dell’incontro – svoltosi a Motta e conclusosi a tarda sera – è stato fatto il punto della situazione e al tempo stesso è stata elaborata una strategia per sensibilizzare l’opinione pubblica al problema.
In attesa che il presidente del Consiglio comunale di Motta convochi l’assise civica (si prevede fra il 16 e il 18 gennaio), le associazioni stanno predisponendo una serie di iniziative per tenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica su una vicenda che da queste parti è particolarmente sentita, specie dopo le analoghe battaglie intraprese alcuni anni fa a Paternò per scongiurare la costruzione di una struttura simile.
All’incontro di ieri sera hanno partecipato il Patto del fiume Simeto, il Presidio partecipativo, le associazioni “Zero Waste Sicilia” e “Rifiuti Zero”, i gruppi No Discarica di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, oltre ai numerosi sodalizi presenti nel territorio.
“Il cartello di associazioni partecipanti – dice Silvana Ranza, presidente del Presidio partecipativo del Fiume Simeto – vorrebbe incontrarsi con le istituzioni prima della seduta di Consiglio comunale per un confronto serio e ragionato su questo argomento”.
“La nostra opera – le fa eco Pietro Cannistraci, componente di Rifiuti zero – vuole essere finalizzata al bene della collettività. Le istituzioni devono dirci se il nostro futuro deve essere incentrato su una economia sostenibile, che comprende anche la raccolta differenziata e i rifiuti zero, oppure sull’uso irrazionale degli inceneritori”.
Come si prevedeva, la mobilitazione della società civile che opera nei dieci comuni che formano il Presidio partecipativo del fiume Simeto appare determinata. Diverse le rappresentanze di Paternò, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Centuripe, Regalbuto, Troina, oltre alla stessa Motta: “Siamo a disposizione dei cittadini – seguita Cannistraci – per fare un’opera di informazione a trecentosessanta gradi sui problemi di inquinamento causati dagli inceneritori”. A parte questo, prosegue la presidente del Presidio, “qualcuno ci deve spiegare perché una struttura così invasiva si debba fare in mezzo agli aranceti”.
Prossima manifestazione, sabato in una scuola di Motta per incontrare i genitori e gli alunni.
Luciano Mirone
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