Egregio governatore della Campania Vincenzo De Luca, dunque Lei ha deciso di licenziare i responsabili del pronto soccorso e del presidio ospedaliero di Nola (Napoli) perché l’altro giorno, in mancanza di posti-letto, hanno deciso di curare i pazienti nell’unico luogo nel quale avrebbero potuto assisterli: sul pavimento. Come a Kabul. Evidentemente la sanità in Campania, che piaccia o no, presenta aspetti simili a Kabul (almeno in certe realtà).

Dunque lo scandalo non riguarda la carenza di posti-letto, ma i medici che hanno prestato soccorso. Domanda: se al Sud le strutture sanitarie sono fatiscenti, la colpa quindi è dei sanitari o della politica?

L’altro giorno in Sicilia un infartuato è stato “rifiutato” da diverse strutture ospedaliere del catanese per mancanza di posti-letto. Alla fine lo hanno dovuto ricoverare a Messina (oltre un’ora di strada se non ci sono interruzioni), dove il paziente è arrivato morto. Se i medici fossero intervenuti subito, quel signore si sarebbe salvato? Non lo sappiamo, sappiamo però che per molte patologie il pronto intervento è fondamentale, e i pronti interventi si fanno nei pronto soccorso. Se i pronto soccorso sono affollati e non esistono strutture che possono ospitare “immediatamente” un paziente, un medico cosa dovrebbe fare? Se ne dovrebbe lavare le mani come è successo pochi giorni fa in Sicilia o dovrebbe intervenire comunque anche su un pavimento?

Lei pensa che la vera vergogna della sanità meridionale siano i medici del pronto soccorso di Nola (che anzi, secondo noi, dovrebbero essere premiati per aver fatto stoicamente il loro dovere) o la politica di destra e di sinistra che anche in Campania ha generato questi mostri?

Cordiali saluti

Luciano Mirone