Il governatore della Sicilia Rosario Crocetta presenta trionfalmente i nuovi dati della raccolta differenziata della sua regione, e in una conferenza stampa indetta ieri a Palazzo d’Orleans parla di un 6 per cento in più ottenuto da giugno ad oggi. Dal 15,41 di questa estate, dice Crocetta, si è passati al 21 per cento di oggi: “Un dato straordinario”, dice il presidente della regione.

Cosa ne pensa uno dei personaggi storicamente più impegnati nel settore della raccolta differenziata come il prof. Paolo Guarnaccia, docente di Agricoltura biologica all’Università di Catania?

“La raccolta differenziata è il particolare di un ampio scenario che riguarda una gestione sostenibile di raccolta. La differenziata necessita di alcuni atti propedeutici: penso a una politica di riduzione e di facilitazione del processo di recupero e di riuso. Soltanto dopo si può pensare ad una efficace ed efficiente racconta differenziata”.

Il prof. Paolo Guarnaccia. Sopra: la discarica Bellolampo di Palermo

In Sicilia questi atti sono stati espletati?

“Assolutamente no. In Sicilia manca tutto. Il fatto che la differenziata sia passata dal 15 al 20 per cento (anche se i dati ufficiali parlano del 13), non mi sembra costituire un grosso successo: vuol dire che siamo in grado di raccogliere solo la carta, mentre la legge impone di arrivare al 65 per cento. Non mi sembrano dati da annunciare come risultati di successo. Piuttosto mi sembra la conferma di un sistema fallimentare”.

Non si tratta comunque di una buona base di partenza?

“Ma no. In Sicilia non abbiamo neanche un Piano di rifiuti. Questo ha impedito che venisse realizzata l’impiantistica necessaria per valorizzare la materia recuperata dalla raccolta differenziata, a partire dagli impianti di compostaggio a quelli della selezione della frazione secca, ma la cosa più grave è che manca una visione strategica. La Sicilia, che potrebbe essere un laboratorio mondiale della sostenibilità, si ritrova a dover buttare tutto in discarica”.

Quali sono le responsabilità del governo regionale?

“Di non aver voluto fare un Piano di rifiuti e di lavorare sempre in condizione di emergenza. La politica siciliana non ha la capacità di pianificare, vive alla giornata sulle emergenze, dando credito a chi vuol costruire inceneritori o gestire le discariche. Bastava fare un Piano di rifiuti vent’anni fa e oggi avremmo avuto una raccolta differenziata al 70-80 per cento, come avviene da cinque anni in Sardegna, regione che fino al 2012 era al palo come la Sicilia, e oggi è al 65 per cento senza usare inceneritori”.

Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta

Cos’è un Piano dei rifiuti?

“Calcolare quanta carta, quanta plastica, quanto metallo, quanto vetro, quanta sostanza organica vengono prodotti, dove vengono prodotti e quali impianti servono a valorizzare questa materia prima che si deve recuperare e trasformare in materia prima-seconda, creando decine di migliaia di posti di lavoro. Invece i cittadini siciliani sono quelli che pagano le tasse più alte in Italia per il servizio più scadente che esiste. L’inefficienza del sistema politico e il malaffare che c’è attorno ai rifiuti viene pagato dai siciliani. Questo Crocetta non lo dice”.

Luciano Mirone