“Perché il killer mafioso Maurizio Galletta, condannato all’ergastolo per tre omicidi, non è stato sottoposto a controlli medici e specialistici in un ospedale militare? Chi sono i medici che hanno attestato le condizioni di salute dell’ergastolano catanese?”.

Non si fanno attendere le reazioni di una parte del mondo politico all’arresto di ieri dell’esponente del clan Santapaola. Stamattina il senatore del Movimento 5 Stelle, Michele Mario Giarrusso, con una interrogazione con carattere d’urgenza, ha posto queste domande ai ministri della Giustizia e della Salute.

Come anticipato ieri da questo giornale, per otto anni, malgrado un ergastolo per tre omicidi, il boss Maurizio Galletta è riuscito a stare comodamente a casa e a percepire addirittura la pensione di invalidità. Dopo complesse indagini della Dia di Catania, coordinate dalla Procura della Repubblica, l’esponente del clan Santapaola è stato smascherato e arrestato.

Ma adesso chi si trova una spada di Damocle pendente sulla testa sono i “medici compiacenti” che in tutti questi anni, secondo i magistrati, hanno certificato il falso. Come è stato possibile che da un lato Galletta era affetto da “malattie invalidanti”, con problemi seri di deambulazione e di respirazione, e dall’altro si arrampicava agevolmente sui ponteggi e svolgeva lavori all’interno di casa sua? Come è stato possibile attestare che le sue condizioni fisiche non erano “conciliabili con il regime carcerario”? Come è stato possibile che il Tribunale di sorveglianza di Bologna abbia disposto gli arresti domiciliari da scontare nella città di Galletta, cioè Catania?

Queste le domande poste da Giarrusso e da altri senatori pentastellati ai ministri della Giustizia e della Salute.

Gli esponenti dei 5 Stelle chiedono “perché il killer mafioso Maurizio Galletta non è stato sottoposto a controlli medici e specialistici in una struttura militare”. E inoltre “se i ministri competenti non ritengano opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall’ordinamento, affinché sia fatta al più presto luce su quanto accaduto”.

I senatori domandano inoltre al Ministro della salute se “intenda attivarsi presso le sedi di competenza affinché siano sottoposte a rigorose indagini le Aziende Sanitarie interessate; vengano accertati i nominativi dei medici che avrebbero attestato le condizioni di salute dell’ergastolano; siano garantiti controlli e sanzioni più restrittivi al fine di  ripristinare la legalità nella sanità pubblica”.

È stato il modus vivendi del rappresentante del clan Santapola a non convincere gli investigatori etnei, i quali, attraverso una serie di intercettazioni audio e video, hanno appurato che Galletta avrebbe “accentuato le sue patologie con l’appoggio di alcuni medici compiacenti”, in modo da avere “la possibilità, seppure in regime di detenzione domiciliare, di gestire affari illeciti”.

“Grazie alla patologia simulata”, ha detto ieri in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, “Maurizio Galletta riceve un trattamento previdenziale da parte dell’Inps, con una pensione civile e una indennità di accompagnamento”.

Sono state soprattutto le intercettazioni eseguite dalla Dia a scoprire il piano. Basta leggere le parole riferite da un cardiologo ad un collega: “Passeranno i guai quelli che hanno scritto che questo è paralizzato”. E l’altro: “Anche il professore che ha scritto che ha una grave insufficienza respiratoria”. Di nuovo il cardiologo: “Se decidono di fare gli esami in un ospedale militare, secondo me questa insufficienza respiratoria verrà a cadere”. E ancora: “Il paziente ha imparato a respirare a modo suo, imita i broncospasmi”.

Luciano Mirone