E ora che la società svizzera “Nexxus” ha sottoscritto i preliminari di vendita (come si evince dalla nota 19725/2016 del protocollo) con i proprietari degli oltre 281mila metri quadrati di agrumeto siti in territorio di Motta Sant’Anastasia (Catania) per realizzare un mega inceneritore di spazzatura, ora che la commissione Urbanistica del Comune ha detto no (un parere, secondo legge, non vincolante, ma sicuramente importante dal punto di vista politico)  alla costruzione dell’impianto, e dopo che la giunta dello stesso comune, lo scorso 19 dicembre – con una maggioranza risicata di tre amministratori su cinque – ha dato il via libera all’allestimento dell’opera, come finirà?

Già, come finirà, ora che migliaia di persone che da anni operano per valorizzare il territorio – un territorio caratterizzato dal fiume più lungo della Sicilia, dai castelli Normanni, da una agricoltura fiorente fatta di arance, olive, mandorle, fichidindia, che punta sul biologico; da un numero elevato di strutture agrituristiche – come finirà, ora che queste persone hanno iniziato uno scontro frontale con la giunta comunale per il futuro del territorio?

Già ieri sui Social network circolavano i commenti di diversi ambientalisti che chiedevano l’estromissione del Comune di Motta dal Patto del fiume Simeto, un organismo formato da tante associazioni e da nove amministrazioni comunali che ricadono nella Valle del Simeto (Paternò, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Centuripe, Troina, Regalbuto) che, sotto l’egida dell’Università di Catania, hanno sottoscritto un accordo che prevede la tutela dell’intero territorio da impianti di questo genere, la raccolta differenziata e i “rifiuti zero”.

Una manifestazione della popolazione nella Valle del Simeto. Sopra: uno scorcio suggestivo della Valle

Ora che fra qualche giorno il Consiglio comunale sarà chiamato a decidere se quel vasto aranceto dovrà restare area agricola o dovrà diventare, in un sol colpo, area industriale, con l’improvviso stravolgimento della vocazione agricola di una zona, cosa succederà, dato che la popolazione è proiettata sullo sviluppo sostenibile e il Comune di Motta, nel maggio scorso, ha sottoscritto un accordo che va in quella direzione, salvo a smentire se stesso con la delibera di giunta che va nella direzione opposta?

Ora che il Comune di Belpasso, nel corso di una drammatica seduta di Consiglio comunale svoltasi alcuni anni fa, decise che quei terreni “a rischio idrogeologico” (limitrofi a quelli di Motta, dove la Nexxus vorrebbe costruire realizzare l’inceneritore), dovevano essere destinati ad insediamento industriale, col risultato di averne fatto un deserto di cenere, ora che è stato consumato uno scempio di proporzioni incalcolabili, Motta Sant’Anastasia intende seguire quell’esempio o ritiene di assecondare la volontà di una popolazione che chiede a gran voce un territorio pulito per portare avanti un progetto di sviluppo basato sull’agricoltura di qualità e sul turismo?

l.m.