Dispersione scolastica, insicurezza delle strutture, carenza di organici, insomma la cronica precarietà della scuola catanese. Lo denuncia la Cgil del capoluogo etneo alla vigilia del nuovo anno scolastico, segnalando tutte le “questioni irrisolte che si ripresentano con drammatica puntualità a Catania e provincia”. 

Al nuovo governo regionale e nazionale viene chiesto “un impegno profondo per innovare la scuola ed il sistema istruzione – dichiarano la segretaria generale della Flc Cgil, Cettina Brunetto e la segretaria confederale della Cgil di Catania, Rosaria Leonardi- che va messo al centro dell’agenda politica, perché non sarà possibile sviluppare un sistema di istruzione efficace ed inclusivo, se non si faranno investimenti per gli organici, per l’edilizia scolastica in termini di sicurezza sismica e di efficientamento energetico (a Catania l’anno scorso sono crollati alcuni tetti negli istituti), e di più aule per evitare le attuali classi pollaio e garantire il tempo pieno”.  

In questo ritorno al sistema scolastico pre-covid e con l’orizzonte dei progetti finanziati dal PNRR destinati all’innovazione delle scuole e al miglioramento degli ambienti didattici e delle competenze, Cgil e Flc di Catania sottolineano che “non può sorprendere il dato della Sicilia sulla dispersione scolastica emerso dal rapporto Save The Children.

Una dispersione che “si attesta  al 21,1%, a fronte di una media nazionale del 12,7%”.  A Catania – scrive il sindacato – la CGIL denuncia da tempo questo dato devastante che, anche a causa della pandemia, si attesta ad una percentuale del 25%, con punte anche maggiori nei quartieri periferici”.

“La preoccupazione – scrive la Cgil – è persino più forte se si considera che pure la Fondazione Di Vittorio intercetta l’aumento della disoccupazione con maggiore incidenza tra le donne, i giovani e le persone con bassi titoli di studio”.

“La scuola riparte -afferma il più grande sindacato italiano – con troppi docenti precari, eppure la CGIL – spiegano ancora Brunetto e Leonardi – chiede da tempo che si intervenga sulla stabilità delle cattedre, sia per un fatto di diritto dei docenti, sia per garantire una continuità di sistema didattico nei confronti di studenti ed alunni”.

Anche il sotto dimensionamento del personale ATA  e la carenza di personale nelle segreterie mette a rischio l’utilizzo dei fondi del PNRR. Cgil e Flc Cgil sottolineano inoltre la mancanza dei DSGA (Direttori dei servizi generali e amministrativi) e chiedono i concorsi.

A livello nazionale “va mantenuto il rispetto dei tempi del rinnovo contrattuale ma più in generale va affrontata la” questione salariale” che relega i docenti  ed il personale in Italia, agli stipendi tra i più bassi della media europea”. 

È dunque necessario valorizzare “il lavoro, l’impegno e la formazione di tutto il personale scolastico. In un momento in cui la povertà educativa registrata al Sud sta diventando sempre più grave pregiudicando il futuro delle giovani generazioni”. 

“In tutto il Sud, e Catania lo conferma, mancano le mense (solo il 10% delle scuole primarie  a  fronte del 50% del centro nord), si registra  una carenza di tempo pieno e di palestre; per questo più del 90% degli studenti siciliani non svolgono le ore di educazione fisica in palestra e non hanno a disposizione il prolungamento scolastico, con attività didattico educative extrascolastiche”.

Per Cgil e Flc, infine, “in questa campagna elettorale il tema della scuola è stato trattato con posizione diverse, alcune delle quali inaccettabili come la reintroduzione del voto nella scuola primaria, altre invece puntando su temi per cui la CGIL si batte da tempo, come l’introduzione dell’obbligo nella fascia 3/6 anni e della implementazione del sistema integrato 0/6 anni. Chiediamo inoltre lo stop all’autonomia differenziata che danneggerebbe la scuola del sud Italia”.

Commenta il segretario generale della Camera del lavoro di Catania, Carmelo De  Caudo:  “A tutti i livelli, sia locale che nazionale, ciò che manca è di certo la capacità di riflettere sul futuro della scuola. Ci appelliamo a chi oggi si propone di guidare il governo regionale e nazionale, affinché questo vuoto venga colmato. La scuola non è un mondo a parte ma un sistema complesso che incide sull’economia a medio e lungo termine e sulla democrazia dei diritti, sin dal primo giorno vissuto dentro le aule”.

Redazione