“Il Festival Vulcani-Etna ha avuto un successo straordinario“. Giovanni Barbagallo, presidente della Fondazione Trecastagni Patrimonio dell’Etna, che organizza questa manifestazione unica al mondo, si ritiene soddisfatto della prima edizione.

Ex parlamentare all’Assemblea regionale siciliana, ex assessore provinciale, già deputato europeo e sindaco di Trecastagni, dal 23 al 25 giugno Barbagallo ha messo il suo paese al centro di un “universo” scientifico e turistico con questa kermesse che ha registrato commenti favorevoli nei media locali e nazionali.

Giovanni Barbagallo, presidente della Fondazione Trecastagni Patrimonio dell’Etna davanti al Parlamento siciliano. Sopra: un’immagine suggestiva dell’Etna

“Siamo partiti da Trecastagni – dice l’ex parlamentare a L’Informazione – per far conoscere i tanti volti dell’Etna. Il nostro approccio è stato multidisciplinare: l’Etna è un grande laboratorio scientifico di rilievo internazionale, ma deve essere conosciuta, anche, come montagna e non soltanto come il vulcano attivo più alto d’Europa”.

Cosa avete in programma per la prossima edizione?

“L’obiettivo principale rimane quello di collegare l’Etna ai paesi etnei e, in particolare, a Trecastagni, ma il nostro direttore Giuseppe Riggio è già al lavoro con nuove idee e nuovi  progetti. Vogliamo contribuire a creare un ‘brand Trecastagni’ a partire della storia locale e della letteratura. La nostra prossima manifestazione avrà luogo all’inizio di settembre su Monte Ilice, che è stato descritto da Giovanni Verga nel romanzo ‘Storia di una Capinera’. Tra le iniziative della Fondazione, mi piace ricordare anche una pubblicazione sul periodo “Trecastagni Principato “ che verrà realizzata da Paolo Militello, docente di storia moderna all’Università di Catania. In questi giorni abbiamo sottoscritto, in proposito, un accordo di collaborazione con il rettore dell’Università di Catania per questa e per altre iniziative legate alle finalità statutarie delle due istituzioni“.

Quali sono gli scopi della Fondazione Trecastagni Patrimonio dell’Etna?

“La fondazione intende promuovere, sostenere e accompagnare lo sviluppo economico, sociale, politico e culturale dell’area territoriale di Trecastagni, con riferimento alla globalità della cultura materiale e immateriale, ai beni culturali e paesaggistici e a quelli di interesse storico e archeologico. Intende, altresì, promuovere azioni culturali e di divulgazione delle risorse del territorio anche attraverso convegni, incontri e manifestazioni attinenti ai settori di interesse della fondazione”.

Uno scorcio di Trecastagni (Catania)

L’Etna è nella lista del Patrimonio naturale Unesco. Questo riconoscimento, secondo lei, ha favorito un rilancio economico, turistico e sociale del territorio etneo?

“ L’Etna è stata inserita nel patrimonio Unesco per la sua ricca biodiversità, ma non basta il riconoscimento per creare ricchezza. E’ necessario un progetto in grado di superare il turismo cosiddetto vagante, quello di pochi giorni di permanenza. Occorre includere, in particolare, i boschi, i percorsi naturalistici, le grotte, gli itinerari enogastronomici e tutte le straordinarie risorse dei comuni etnei“.

Trecastagni è uno dei paesi più antichi della zona etnea. La posizione geografica, le sue bellezze storiche e artistiche potrebbero creare posti di lavoro?

“Il nostro obiettivo è quello di ripartire dalla bellezza per creare un circuito ancorato a tutti quelli che amano l’Etna e i vulcani. Vogliamo rendere unico il nostro territorio, dargli voce e trasformarlo in una esperienza da vivere. Il brand Trecastagni non può includere soltanto il patrimonio culturale, la bellezza del paesaggio, le eccellenze enogastronomiche e la storia locale, ma deve puntare anche sulla qualità dell’aria, dei frutteti, dei vigneti e dei percorsi naturalistici. Per creare posti di lavoro bisogna, comunque, migliorare tutti i servizi, a partire da una più attenta e sistematica pulizia dei boschi“.

Giuseppe Russo