La notizia che tutti temevano è arrivata: a Malta i casi Covid sono in netto aumento. Il Governo tenta di correre ai ripari, ma la situazione è davvero difficile, nonostante un efficiente programma di vaccinazione. In poco più di 10 giorni, l’isola ha riscontrato un incremento di casi da 24 a quasi 800. Per dare una dimostrazione del problema, basti dire che ieri il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha firmato un’ordinanza che  riguarda il tampone obbligatorio per chi arriva in Sicilia da Malta o per chi vi ha soggiornato nei 14 giorni precedenti.  

Secondo un rapporto presentato dal Ministro alla Salute, Chris Fearne, più di due terzi dei positivi sono stati riscontrati tra i cittadini stranieri; solo Il 15% dei casi attivi riguarda cittadini maltesi; 22, tra i casi rilevati finora, riguardano la tanto temuta “variante Delta”.

Tutto sembra essere correlato principalmente a viaggi all’estero, nonostante a tutti i visitatori sia stato chiesto di mostrare test PCR negativo all’ingresso, ma stando ai dati, tutte le nuove infezioni riguardano le persone che non sono state vaccinate.

Tuttavia, con 800 casi attivi in così poco tempo, non è possibile prendere troppo alla leggera la cosa.

Nella conferenza stampa straordinaria tenutasi venerdì 9 luglio – alla quale, oltre a Fearne, ha partecipato la Sovrintendente per la Sanità pubblica, Charmaine Gauci – s’è riproposto uno scenario da incubo, quello che esercenti e viaggiatori temevano.

Ad appena un mese dalla riapertura del settore dei viaggi, Malta ha effettivamente vietato l’accesso al Paese a chiunque non abbia completato il ciclo di vaccinazione contro il COVID-19; da Bruxelles è stata subito espressa preoccupazione, secondo cui un divieto di ingresso sull’isola del Mediterraneo per i viaggiatori non vaccinati potrebbe risultare assolutamente discriminatorio.

Il Governo maltese sembra non voler affatto retrocedere in merito a questa decisione: da mercoledì 14 luglio chiunque arrivi sull’isola, avrà l’obbligo di presentare un valido certificato di vaccinazione riconosciuto da Malta o dall’Unione Europea. Una conseguenza che metterà probabilmente in ginocchio il settore turistico – che sembrava intravedere un raggio di speranza, dopo ben 16 mesi di stasi – e nel peggior periodo possibile. Ma date le circostanze, le autorità sono bloccate tra “l’incudine e il martello”: una misura così drastica – sostenuta persino dal Ministro del Turismo, Clayton Bartolo, il quale non ha ritenuto di porgere le scuse ad un’altissima percentuale di turisti costretti a dover cancellare la propria permanenza a Malta – potrebbe anche essere l’unica soluzione per avere una qualche forma di turismo per i prossimi mesi.

Sotto il mirino anche le scuole di lingua, gettonatissime dai più giovani proprio nel periodo estivo, dopo aver rilevato la presenza di numerosi focolai in 9 diversi siti scolastici distribuiti in tutto il Paese; a partire da mercoledì 14 luglio sarà prevista la totale chiusura di tutti gli istituti. Un gesto estremo che secondo le stime costerà non meno di 40 milioni di euro al Paese; a questo si aggiunge la frustrazione e la delusione di migliaia di studenti che hanno dovuto disdire la loro vacanza-studio, o nel peggiore dei casi, si sono ritrovati sull’isola, spesso disorientati per l’improvvisa situazione, nella speranza di poter ritornare quanto prima a casa.

Sorte decisamente amara per i circa 120 studenti italiani bloccati a Malta dopo che 21 di loro sono risultati positivi al test. Una polemica che non si placa, perché dopo il danno potrebbe arrivare la beffa: non si è ancora risolto il mistero su chi debba pagare la permanenza in hotel destinati ai periodi di quarantena. Per questi soggiorni è prevista solo la prima colazione ed il pernottamento. Come per il caso di una studentessa francese a cui, dopo essere risultata positiva ed essere stata trasferita in un hotel a 5 stelle per la quarantena, le è stato addebitato un salatissimo conto: 100 euro a notte .

Ci si chiede dunque se Malta abbia fatto un passo troppo affrettato nel “rilassarsi”.

Dal primo Luglio, per esempio, è stato abolito l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, esclusivamente per chi ha completato l’intero ciclo vaccinale ed in possesso di Pass riconosciuto dal Governo maltese. Il problema è che non c’è alcun controllo da parte delle autorità: ciò comporta continui assembramenti, soprattutto da parte di giovani che si rifiutano di indossare maschere e che spesso festeggiano, anche in spazi ristretti.

E così, mentre i teatri sono costretti ad operare in condizioni estremamente rigide, la polizia sembra riluttante a reprimere i “festaioli” che violano la legge nelle aree più gettonate della movida.

Nella foto: panorama di La Valletta, la capitale di Malta

Valentina Contavalle