I festeggiamenti nelle piazze di tutta Europa, e gli stadi pieni per la competizione calcistica che si è giocata nel Vecchio continente – senza contare che nell’altra parla del globo si è disputata la Copa America – quali effetti causerà nei prossimi giorni sulla pandemia da Covid-19? Abbiamo raccolto – attraverso una ricerca presso l’agenzia giornalistica Adnkronos – il parere di tre autorevoli esperti in materia.

LA FUNZIONARIA  DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ 

“Dovrei divertirmi a guardare il contagio avvenire davanti ai miei occhi? La pandemia di #COVID19 non si sta prendendo una pausa stasera… #SARSCoV2 #DeltaVariant approfitterà di persone non vaccinate, in ambienti affollati, senza mascherine, che urlano/gridano/cantano. Devastante”. E’ l’allarmante tweet di Maria van Kerkhove, a capo del gruppo tecnico dell’Oms per il coronavirus, postato ieri sera dopo la finale di Euro 2020 e le immagini dei festeggiamenti dei tifosi.

IL PROF. MASSIMO GALLI

“La gioia per la vittoria degli Azzurri” agli Europei di calcio “è condivisa e condivisibile, ma il fatto che strillarsi addosso in moltitudine aumenti il rischio di trasmettere l’infezione da coronavirus è un assioma. Auguriamoci che ci vada il meglio possibile, contando sul fatto che a festeggiare in piazza sono stati soprattutto i giovani i quali, in genere, hanno meno rischi di malattia grave. Comunque l’incubazione di questa infezione è abbastanza breve e in capo a una settimana-10 giorni vedremo gli effetti sui contagi”. Lo dice all’Adnkronos Salute Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, commentando le immagini dei festeggiamenti di ieri dopo la vittoria dell’Italia contro l’Inghilterra.

Questi ‘bagni di folla’ rappresentano “un problema perché facilitano la diffusione dell’infezione – sottolinea – Il virus sta camminando. I dati ci dicono che le infezioni, già prima di ieri sera, stavano un po’ salendo, per effetto, verosimilmente, della variante Delta. La scorsa settimana c’è stata già un’allerta del ministero della Salute sull’aumento di segnalazioni di casi di variante Delta in Europa tra turisti e tifosi, da Spagna, Portogallo, Russia, Finlandia. Avremo un aumento delle infezioni. Questo è certo”, afferma Galli.

“Sono ragionevolmente convinto che, grazie alle vaccinazioni che abbiamo già fatto, non verranno colpite persone più fragili – precisa però – E che, se si infetteranno, non avranno malattie gravi. Questa è l’unica cosa che conforta. Ci sarà qualche caso disgraziato di persone che con la vaccinazione non hanno avuto risposta, e non lo possiamo ignorare. Non mi piacerebbe che si affermasse l’opinione di Boris Johnson che parla di ‘perdite accettabili’. Questo ripugna parecchio perché non esistono ‘perdite accettabili'”.

IL PROF. ANDREA CRISANTI

“Io prevedo una convivenza col virus abbastanza lunga”. Parola di Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, a ‘Newsroom Italia’ su RaiNews24.

“Consideriamo – ha evidenziato – che per eliminare un virus come quello del vaiolo ci sono voluti 40 anni e quello della poliomielite dopo 70 anni forse cominciamo a sperare di poterlo eliminare completamente. Quindi ci vuole molto tempo e dei vaccini estremamente efficaci”.

“Dobbiamo incoraggiare al massimo l’adesione alla vaccinazione, perché questa variante mette in pericolo tutto il lavoro fatto fino ad adesso”, ha aggiunto. “Questa è una variante – ha ricordato – che ha un indice di trasmissione estremamente elevato, che porta l’indice dell’immunità di gregge all’85%, quindi significa che l’85% della popolazione deve essere protetta: non vaccinata, protetta. Se vogliamo dare retta ai dati che ci giungono da Israele, che ci dicono che le persone vaccinate con doppia dose di Pfizer sono protette al 70%, significa che, anche vaccinando tutta la popolazione italiana, si raggiungerebbe una protezione del 70% che è inferiore a quella necessaria per arrivare all’immunità di gregge. Il che significa – ha detto ancora il virologo – che avremo nonostante tutto trasmissione del virus e questa trasmissione sarà in grado di raggiungere i 2 milioni e mezzo di persone sopra i 60 anni che non sono ancora vaccinate”.

“Se noi ci vacciniamo non è che risolviamo il problema, perché la maggior parte del mondo rimane esposta e praticamente diventa un incubatore di varianti” di Sars-CoV-2, ha rilevato.

“Noi abbiamo bisogno di generare una nuova generazione di vaccini, una generazione di vaccini – ha spiegato il virologo – che possa essere facilmente adottata da Paesi con poche risorse economiche. Già il fatto che una persona deve essere vaccinata due volte per molti Paesi dell’Africa, e stiamo parlando di quasi 2 miliardi di persone, è un grossissimo problema perché molti di questi Paesi non hanno l’anagrafe quindi non sanno nemmeno quanti abitanti hanno, come si chiamano e dove rintracciarli”. In più, ha aggiunto Crisanti, “un vaccino che costa 20 dollari come Pfizer è assolutamente improponibile perché 20 dollari è il budget annuale in molti Paesi africani per persona”. Non solo. “L’80% delle persone che vive in Paesi con poche risorse economiche non ha accesso all’acqua e alla corrente elettrica, figuriamoci se possono distribuire un vaccino che ha bisogno della catena dell’ultra freddo. E questo – ha sottolineato – solo per evidenziare alcune problematiche che abbiamo di fronte nei prossimi anni.

“Non dobbiamo guardare solo a noi stessi – ha ammonito l’esperto – E’ stato detto giustamente che abbiamo vissuto una grande tempesta, ma la verità è che non stavamo tutti nella stessa barca. E questo vale sia per i cittadini italiani sia tra le varie nazioni del mondo”.

Nella foto, i festeggiamenti dopo la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio

Adnkronos